“Valorizza, gestisci, ripristina, ama le zone umide”: è questo lo slogan lanciato dalla campagna globale 2022, in occasione della Giornata Mondiale delle Zone umide (World Wetlands Day). Ricorrenza che si celebra il 2 febbraio per ricordare l’anniversario della “Convenzione sulle zone umide di importanza internazionale”, firmata a Ramsar (Iran) nel 1971 e sottoscritta finora da 170 Paesi, che comprende una lista di circa 2.435 zone di importanza strategica internazionale, 66 in Italia.
Per questa occasione sabato 5 febbraio Legambiente ha organizzato un incontro pubblico e passeggiata, in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Elmas, per rilanciare l’istituzione di un’area protetta sulla Laguna di Santa Gilla, con partenza da Piazza Giliacquas a Elmas e arrivo alla Chiesa di Santa Caterina di Semelia. L’evento è stata una importante occasione di discussione e riflessione sull’interazione tra i cambiamenti climatici, il popolamento umano e le zone umide, in relazione ai mutati modi di vita nel corso dei millenni. La ricchezza di questi ecosistemi è stata sempre un centro di gravitazione per le strategie di popolamento dei territori.
L’iniziativa si inserisce nel percorso progettuale verso l’inserimento di Santa Gilla nel sistema delle aree protette dell’area metropolitana di Cagliari con riferimento alla forte integrazione delle zone umide.
Trent’anni fa nasceva la legge 394/91 sulle aree protette. Una normativa che ha fatto nel complesso bene al Paese in termini di crescita di aree protette, tutela e conservazione della biodiversità e habitat, riscoperta dei territori, contribuendo a dare una spinta importante all’economia locale, alla promozione dello sviluppo sostenibile e alla creazione di nuovi posti di lavoro nel settore turistico e nell’economia green. A parlar chiaro è la fotografia scattata da Legambiente nel report dedicato alle legge 394 in cui fa un bilancio, con numeri alla mano, di questi 30anni indicando anche criticità e sfide future da affrontare.
Istituire un’area protetta a Santa Gilla è una di queste sfide: un parco integrato nel contesto del sistema urbano dell’area cagliaritana, occasione imperdibile per le azioni di tutela attiva, salvaguardia e sviluppo turistico di un’area di eccezionale pregio naturalistico. Ricca di biodiversità, regno della nidificazione dei fenicotteri e di altre specie acquatiche, essa custodisce un patrimonio archeologico e culturale eccezionalmente vario e significativo. Molentargius e Santa Gilla costituiscono dei siti di grande importanza naturalistica e ambientale, sono Oasi di protezione faunistica, Siti Ramsar sin dal 1977, Siti di Interesse Comunitario dal 1995, Zone di Protezione Speciale, Riserva naturale con la L.R. n. 31/1989, in rapporto con i SIC “Torre del Poetto” e “Monte Sant’Elia, Cala Mosca e Cala Fighera”. In pochi chilometri quadrati dispongono di un paesaggio, insieme naturale e antropizzato, di valore internazionale. La fascia costiera rappresenta, in modo unitario, una peculiarità ambientale dell’intero Bacino Mediterraneo, in quanto, pur inserito in un contesto totalmente antropizzato, registra un’elevata concentrazione di valori naturalistici per una estensione di oltre 7500 ettari.
«La valorizzazione delle zone umide – dichiara Annalisa Colombu presidente di Legambiente Sardegna – può diventare un’attrattiva straordinaria per gli abitanti della nostra regione e per i turisti di tutto il mondo ma anche per la qualificazione in chiave di sostenibilità delle attività produttive esistenti, incardinate sulle risorse naturali a iniziare dalla pesca. In questa occasione chiediamo alla Regione Sardegna di cogliere la sfida dell’incremento delle aree protette per raggiungere il 30% di territorio tutelato al 2030, come previsto dalla Strategia europea sulla biodiversità, anche per far fronte alla crisi climatica.»
«È urgente che le comunità e le istituzioni avviino il ragionamento sull’istituzione di un’area protetta – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -, rinviando le questioni relative alla governance a una seconda fase di riflessione, senza che ostacolino il processo prioritario dei valori ambientali ed identitari di questo territorio. Non dimentichiamo che la rete dei parchi ha garantito la tenuta fisica di tanta parte del nostro territorio, nella lotta alle frane e al dissesto idrogeologico, tristemente noti in Sardegna, ma anche la tenuta sociale, quel livello cioè di coesione fatto di piccole comunità che continuano ad abitare e a rendere produttivi i luoghi più belli del nostro Paese.»
«Siamo molto orgogliosi di questo evento che ha rimarcato la posizione strategica di Elmas nello straordinario sistema ambientale di Santa Gilla – dichiara Maria Laura Orrù, sindaca di Elmas -. Stiamo ricandidando la riqualificazione del fronte laguna all’interno del piano integrato della Città Metropilitana, inoltre siamo pronti ai lavori di riqualificazione della Chiesa di Santa Caterina.»
Hanno partecipato all’evento: Maria Laura Orrù, sindaca del comune di Elmas; Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente; Sabrina Licheri, sindaca del comune di Assemini; Giacomo Porcu, sindaco del comune di Uta e presidente del Parco di Gutturumannu, Stefano Secci, presidente del Parco naturale Regionale Molentargius Saline; Annalisa Colombu, presidente Legambiente Sardegna; Carlo Lugliè, docente di Preistoria e Protostoria, Università di Cagliari; Maria Adele Ibba, direttore di scavo Indagini Archeologiche Capo Sant’Elia Cagliari, Università di Cagliari; Pierantonio Addis, docente di Ecologia, Università di Cagliari; Ignazio Sanna, archeologo; Alfonso Stiglitz, archeologo; Maria Carmela Caria, Società Botanica Italiana; Valter Piscedda, Consigliere regionale; Carlo Torchiani, meteorologo; Elena Casu, responsabile Zone umide Legambiente Sardegna; altri esperti, rappresentanti istituzionali e numerosi cittadini.
Foto di Valentina Basciu e Dietrich Steinmetz.