«È successo tra sabato e domenica al Pronto soccorso dell’ospedale San Martino di Oristano, una dottoressa è stata costretta a restare di turno per ben 18 ore per assenza di medici, ben oltre il termine massimo delle 12 ore previste dalle norme. Caminera Noa intende denunciare come il sistema sanitario dell’Oristanese stia ormai collassando nell’indifferenza generale, specialmente quella delle istituzioni, impegnate nella solita vuota propaganda o nel classico scarica barile sulle responsabilità di chi ha portato la sanità sarda allo sbando.»
Lo denunciano, in una nota, gli attivisti di Caminera Noa Giulia Carta (responsabile per il territorio di Oristano), e Giovanni Fara (coordinamento nazionale).
«È evidente che il problema non è il covid, ma l’assenza di assistenza sanitaria e di strutture ospedaliere adeguate e ben distribuite sul territorio. È altrettanto evidente che lo sfacelo a cui stiamo assistendo, altro non sia che il risultato di decenni di politiche volte a promuovere la sanità privat,a a discapito di quella pubblica – aggiungono Giulia Carta e Giovanni Fara -. Chiediamo, pertanto, un immediato cambio di rotta, un immediato potenziamento della sanità pubblica con il ripristino dei reparti e delle strutture ospedaliere chiuse, nonché un maggiore controllo del rispetto dei diritti dei pazienti e dei lavoratori, abbandonati a se stessi e nel caos più totale giustificato con il paravento della situazione emergenziale. Un alibi ormai buono per nascondere ogni responsabilità delle classi dirigenti che hanno governato la Sardegna negli ultimi vent’anni.»
Lo denunciano, in una nota, gli attivisti di Caminera Noa Giulia Carta (responsabile per il territorio di Oristano), e Giovanni Fara (coordinamento nazionale).
«È evidente che il problema non è il covid, ma l’assenza di assistenza sanitaria e di strutture ospedaliere adeguate e ben distribuite sul territorio. È altrettanto evidente che lo sfacelo a cui stiamo assistendo, altro non sia che il risultato di decenni di politiche volte a promuovere la sanità privat,a a discapito di quella pubblica – aggiungono Giulia Carta e Giovanni Fara -. Chiediamo, pertanto, un immediato cambio di rotta, un immediato potenziamento della sanità pubblica con il ripristino dei reparti e delle strutture ospedaliere chiuse, nonché un maggiore controllo del rispetto dei diritti dei pazienti e dei lavoratori, abbandonati a se stessi e nel caos più totale giustificato con il paravento della situazione emergenziale. Un alibi ormai buono per nascondere ogni responsabilità delle classi dirigenti che hanno governato la Sardegna negli ultimi vent’anni.»
Antonio Caria