Materie prime alle stelle e prezzi di energie record stanno rendendo insostenibili i costi di produzione per tutti i comparti economici, agricoltura compresa. A rimarcarlo è Coldiretti Sardegna che sottolinea come uno dei settori di quest’ultimo che sta soffrendo maggiormente è quello del bovino da latte, in Sardegna rappresentato soprattutto dalla comunità di Arborea, comune che ha il monopolio del settore che conta nell’Isola oltre 46mila capi (oltre 38mila dei quali di razza Frisona) su oltre i 3milioni di tutta la penisola.
A rischio, come denunciato nei giorni scorsi proprio dalla nuova dirigenza della Cooperativa di Arborea, che ha ereditato una situazione difficilissima in uno dei momenti storici più complicati, 3mila famiglie che compongono l’indotto di questo settore produttivo rappresentato da 250 allevatori con un giro d’affari di circa 300 milioni di euro.
«Da una parte serve un grande patto di comunità – sottolinea Giancarlo Capraro, presidente Coldiretti Arborea -. Il mondo della distribuzione questa volta deve essere parte attiva del sistema con prezzi che garantiscano una equa remunerazione all’allevatore e allo stesso tempo diano grande evidenza negli scaffali ai prodotti locali e di qualità, tutelando il consumatore che in questo modo può contribuire alla causa acquistando prodotti locali.»
«Per il futuro prossimo – aggiunge il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – occorre sottoscrivere quegli accordi di filiera virtuosi che proponiamo come Coldiretti in cui, come stabilito tra l’altro dalla nuova norma sulle pratiche sleali, promuove le filiere equilibrate che tutelano tutti gli anelli.»
«Allo stesso tempo occorre investire sugli impianti agroenergetici – rimarca il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu – e dobbiamo come Sardegna puntare ad essere una Isola green con consumo di sola energia pulita. Un progetto lungimirante che da una parte ci tutela da questi aumenti schizofrenici che incidono pesantemente sui bilanci aziendali ma dall’altra ha anche risvolti fondamentali per il nostro agroalimentare e per la promozione del nostro territorio anche ai fini turistici.»
Antonio Caria