«Il 23 maggio del 1992, la mafia uccide un grande uomo, un servitore dello Stato. Nel gennaio dello stesso anno, per la prima volta fu dato un bel colpo alla Mafia, condannandone definitivamente i principali componenti. Giovanni Falcone insieme all’amico e collega Paolo Borsellino anche lui un grande magistrato anche lui ucciso poco dopo, avevano istruito un processo che portò alla scoperta dei rapporti collusi tra la Politica e Cosa Nostra.»
Lo scrive in una nota, Domenico Capezzoli, membro dell’Esecutivo nazionale di Italia dei Valori.
«Negli anni – aggiunge Domenico Capezzoli -, le indagini sulla sua morte sono andate avanti ma pezzi dello Stato hanno continuato a sviarle. La lotta alla mafia va fatta tutti i giorni, non solo nelle ricorrenze. La Mafia non è stata sconfitta ansi c’è e continua i suoi loschi affari con la complicità della Politica. Dobbiamo dire basta e lo dobbiamo dire ad alta voce – conclude Domenico Capezzoli -, l’Italia dei Valori lo fa da sempre e continuerà a farlo.»