L’Horse Country Resort di Arborea ospiterà l’8 ed il 9 marzo il XIII congresso della Cisl sarda, alla presenza del segretario generale nazionale confederale, Luigi Sbarra, che chiuderà l’itinerario congressuale che ha riguardato 2.598 delegati, in rappresentanza di oltre 141mila iscritti: un sardo su dieci tra la popolazione attiva (dai 15 anni in su) aderisce alla Cisl.
La Cisl sarda è presente con proprie sedi e leghe dei pensionati in oltre la metà dei 377 Comuni della Sardegna, a significare un forte e diffuso radicamento nel territorio.
Nel pomeriggio dell’8 marzo, alle 15.30, si svolgerà poi una tavola rotonda sulla violenza e la discriminazione di genere, con la partecipazione di Mara Carfagna, ministra per il Sud e la Coesione Territoriale; Alessandra Zedda, vicepresidente della Regione Sardegna; Manuela Pintus, sindaca di Arborea; Patrizia Desole, presidente delle associazioni “Prospettiva Donna” e “Centro Antiviolenza Donna Eleonora”; Maria Lucia Piga, direttrice di A.R.G.I.N.O centro studi di genere dell’Università di Sassari. Introduce Federica Tilocca, Segreteria regionale Cisl.
«Invitiamo la Giunta regionale a qualificare la seconda parte della legislatura attraverso un partenariato con le parti sociali, in cui una cabina di regia unitaria possa rivedere il Programma regionale di sviluppo, concepito all’inizio del 2020, prima della pandemia – sottolinea Gavino Carta, segretario regionale della Cisl Sardegna -. Riteniamo fondamentale assicurare piena operatività non solo formale, ma sostanziale, alla cabina di regia, attivando al suo interno specifici Tavoli regionali di settore dedicati al confronto nell’ambito del Pnrr e del Piano nazionale per gli investimenti complementari (PNC), con l’obiettivo di aumentare l’efficacia delle politiche che si stanno componendo a livello regionale, nel momento in cui si sta chiudendo la programmazione dei Fondi SIE 2014-2020, si stanno definendo i Programmi operativi FESR, FSE+ e Just Transition Fund.»
«Deve esserci una rivendicazione forte nei confronti dello Stato, per trovare un accordo capace di orientare al meglio il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che poco o nulla concede alla Sardegna. Un accordo che deve però poter contare su una efficace proposta e capacità progettuale della nostra Regione – spiega ancora il segretario regionale della Cisl Sardegna -. Infrastrutture per lo sviluppo, energia, trasporti e telecomunicazioni, digitalizzazione, sanità, politica socio-assistenziale, politiche del lavoro, formazione, misure di contrasto alla povertà e lo spopolamento. I temi sono tanti, ma la direzione da prendere è una sola: sulle infrastrutture materiali ci vogliono progetti esecutivi e cantierabili. Bisogna disporre di progetti validi e pienamente esecutivi per aprire una rivendicazione con lo Stato, in primo luogo su trasporti e continuità territoriale, oltre a digitalizzazione ed energia, e questo richiede una visione politica chiara e una capacità amministrativa che si raggiunge solo attraverso un partenariato sociale forte che includa le organizzazioni sindacali. Così si può qualificare in modo importante la seconda parte della legislatura.»
«La Sardegna mantiene gravi condizioni di arretratezza, di conseguenza aumenta l’intensità degli aiuti ma diminuisce la capacità di spesa – sottolinea Gavino Carta -. Questo dipende dalle possibilità che la pubblica amministrazione ha di mettere in campo una buona programmazione e progetti all’altezza per utilizzare i fondi europei. Esigenza sempre più urgente, in relazione all’avanzamento dell’attuazione del Pnrr – il 2022 costituirà una tappa fondamentale da questo punto di vista – e del Piano di sviluppo e coesione 2014-2020, mentre si stanno gettando le basi per quello 2021-2027. “Siamo di fronte ad una disponibilità di risorse ed opportunità straordinaria e probabilmente irripetibile, che non va sprecata – conclude Gavino Carta -. Queste richiedono però un notevole sforzo da parte di tutti per indirizzarle al meglio, in linea con gli obiettivi ed i nuovi settori di intervento che discendono dalla transizione verde e digitale, dai cambiamenti sociali e demografici.»