“Alcuni pazienti, quelli più gravi, attendono qualche mese, mentre per altri la ricerca diventa un autentico calvario che può durare anche un anno. Sta diventando sempre più grave la carenza di posti letto in Rsa in tutto il Nord Sardegna, e mai finora è stata risolta la disomogenea distribuzione del numero di posti letto sul territorio regionale, che da anni presenta forti squilibri. Considerate le strutture pubbliche e private accreditate per quanto riguarda la Assl di Sassari, a fronte di una popolazione di 207mila 636 potenziali pazienti sono presenti 162 posti letto in Rsa (0,8 posti letto ogni 1.000 abitanti), per quanto riguarda invece la Assl di Cagliari a fronte di una popolazione di 350.954 potenziali pazienti sono presenti 519 posti letto in RSA (1,5 posti letto ogni mille abitanti). La sproporzione è quindi evidente.”
Lo ha detto la consigliera regionale del Movimento Cinque Stelle, Desirè Manca, che ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione, Christian Solinas, e all’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu.
“I problemi collegati a questo triste dato sono numerosi: molti pazienti si ritrovano ad essere assistiti nei reparti per acuti in maniera impropria e con tempi di degenza oltre limite, occupando impropriamente un posto letto con tutto ciò che ne consegue. Le tempistiche di attesa sono inaccettabili e non si conciliano con l’esigenza dei nostri ospedali, sovraffollati, di dimettere i pazienti non appena stabilizzati. Purtroppo, poi sempre più spesso, i malati trovano posto in Rsa lontane anche centinaia di chilometri dalle proprie abitazioni e dai familiari, fatto che implica disparità di tipo sia assistenziale sia economico – ha aggiunto Desirè Manca -. A tal proposito la Asl di Sassari, il 21 febbraio scorso, ha inviato una nota all’Ares per chiedere l’omogenea distribuzione dell’offerta dei servizi, sia in termini di numero di posti letto che di stratificazione dei profili assistenziali, in tutta l’Isola. Tutti i cittadini sardi devono avere pari diritto di accesso alle cure, non possiamo accettare disparità di trattamento in questo senso.”
Antonio Caria