Due mesi di lockdown hanno lasciato pesanti tracce tra le imprese della Sardegna. A marzo e aprile, infatti, le nuove iscrizioni sono crollate di 805 unità rispetto agli stessi mesi dello scorso anno, segnando un -42,1%. Nel 2019, nello spesso periodo le aperture furono 1.912 contro i 1.107 di quest’anno.
La situazione emerge dal dossier dell’Ufficio Stampa di Confartigianato Imprese Sardegna, sulle “Iscrizioni delle imprese per regione”, su dati Movimprese 2020.
L’analisi, rispetto ai vecchi confini, vede un crollo su Sassari con -313 (672 nel 2019 contro 359 di quest’anno), seguita da Cagliari con -259 (709 l’anno scorso e 450 quest’anno), Nuoro con -176 (381 e 205) e Oristano con -57 (150 e 93).
«Siamo molto preoccupati per la tenuta del sistema artigiano sardo che già prima della chiusura totale era impegnato nella lunga, e faticosa, uscita dalla crisi del 2008 – affermano Antonio Matzutzi e Maria Amelia Lai, presidente e vice di Confartigianato Imprese Sardegna – questi dati, purtroppo, confermano sia le lesioni subite la struttura imprenditoriale isolana, sia della necessità di “sostegni regionali”, certi, congrui e immediati.»
Secondo l’organizzazione artigiana, infatti, sono maturi i tempi per conoscere dalla Regione l’ammontare dei finanziamenti che verranno messi a disposizione delle imprese artigiane, le condizioni dei bandi e la loro entrata in vigore.
«Comprendiamo la difficoltà del momento ma rileviamo come ci sia poca chiarezza sulle misure messe in campo la Giunta per sostenere i comparti produttivi – sottolineano Antonio Matzutzi e Maria Amelia Lai – inoltre, ci preoccupa il ritardo accumulato verso le aziende che non possono più aspettare perché rischiano di spegnersi definitivamente: il Sistema economico è allo stremo. Quando è scoppiata l’emergenza proponemmo una soluzione immediata: lo sblocco dei 40 milioni stanziati in Finanziaria per il comparto artigiano. Una parte poteva essere utilizzata sotto forma di contributi a fondo perduto, ciò avrebbe consentito a molte piccole imprese di pagare i costi di esercizio. Oggi, non sappiano se quegli stanziamenti siano ancora disponibili o siano finiti in un fondo indistinto. Le aziende sono in attesa di chiarimenti soprattutto sulla tempistica – sottolineano Antonio Matzutzi e Maria Amelia Lai – per pianificare immediatamente gli investimenti o rimandarli a situazioni di mercato future.»
La preoccupazione di Confartigianato Sardegna, è anche sugli strumenti che fino a oggi hanno assicurato la liquidità necessaria alle imprese. «Parliamo della legge 949 – rimarcano Antonio Matzutzi e Maria Amelia Lai – uno strumento importante che, con la sua agilità e immediatezza, ha garantito un solido sostegno agli investimenti. In questo momento, purtroppo, il comparto non ha nessuna certezza sugli strumenti su cui contare.»
Poi l’ultima richiesta di Confartigianato Sardegna alla Regione: «Sulle risorse messe in campo da Stato e Regione occorre stare attenti: non tutte le imprese hanno subito danni, nell’erogazione dei finanziamenti per questo è necessario tenere conto dei veri bisogni reali degli impenditori».