«Un risultato straordinario che ci proietta ancora più vicini al traguardo e che testimonia ancora una volta, in maniera netta e decisa, l’importanza e la fondatezza di una battaglia che per la prima volta è riuscita a compattare il mondo politico, oltre che quello economico, la società civile in ogni sua declinazione, il mondo della scienza, dello sport, quello accademico, del volontariato, e ora con il via libera della Camera perfino il Parlamento. Quella di oggi è un’altra giornata storica.»
Lo ha detto il consigliere regionale Michele Cossa, oggi a Roma in rappresentanza del Comitato per l’insularità e della Commissione speciale regionale di cui è presidente, commenta il via libera dell’Aula della Camera alla proposta di legge di iniziativa popolare per l’inserimento del principio di insularità in Costituzione.
Votando a favore del testo già approvato dall’Aula di Palazzo Madama a novembre che recita “La Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità”, la proposta di legge popolare che ha raccolto oltre 200mila firme dentro e fuori i confini della Sardegna, corre in Parlamento con l’obiettivo di riportare equità e giustizia nella Costituzione restituire dignità alla Sardegna, forte di un semaforo verde che ha una valenza straordinaria.
«Quello di oggi è un giorno di festa. Abbiamo davanti un percorso ancora da completare, che si conta di terminare entro al fine della Legislatura con un obiettivo chiaro nella mente: fare in modo, attraverso questa battaglia, che nessun giovane sardo possa più avvertire l’insularità come freno rispetto alla propria volontà di fare, intraprendere, creare ma, al contrario, possa trarre da questa condizione la forza per crescere e far crescere la nostra Isola – ha proseguito Michele Cossa -. Essere un’isola, è il ragionamento alla base della proposta di legge, comporta enormi costi aggiuntivi che devono essere compensati in nome della coesione nazionale, con l’obiettivo di rendere uguali i punti di partenza di tutti i cittadini italiani. Uno studio specifico sul problema, realizzato dall’Istituto Bruno Leoni, ha quantificato in circa 5.700 euro procapite il “costo dell’insularità” per la Sardegna: circa 9 miliardi di euro l’anno (a fronte di un PIL della regione di circa 20 miliardi di euro). Da qui la richiesta della Sardegna a Parlamento: azzerare gli attuali svantaggi strutturali legati all’insularità e che sia dunque finalmente consentito ai sardi di competere con pari punti di partenza con tutti gli altri cittadini italiani.»
Appena due giorni fa, nel corso dell’ultima riunione di maggioranza nazionale coordinata dal ministro Federico D’Incà, è stato fatto il punto sullo stato di avanzamento delle proposte di riforma in discussione nei due rami del Parlamento a un anno dalla fine della legislatura: durante l’incontro è stata raggiunta la piena convergenza a portare avanti velocemente la proposta di modifica dell’articolo 119 della Costituzione sull’insularità.
«La ‘promozione’ sia della maggioranza che dell’opposizione parlamentare – ha spiegato Michele Cossa – è il segno evidente della volontà espressa a livello nazionale di portare avanti la riforma della Sardegna con l’accordo di tutti e con il pieno sostegno dei parlamentari sardi, che nel corso di questi anni si sono spesi così tanto per portare a compimento il progetto.»
La proposta di legge si appresta ora al secondo giro di boa (al Senato), superato quest’ultimo scoglio il principio di insularità verrà inserito nell’articolo 119 della Costituzione.