«Ancora sfratti per i servizi sanitari territoriali di Alghero. Medicina dello sport, servizio per le dipendenze (Serd), centro vaccinale, diabetologia, farmacia territoriale e USCA cercano ancora casa. Una via crucis infinita per servizi della medicina del territorio già ospitati all’ospedale Marino e poi trasferiti da un luogo all’altro, senza sosta, per pazienti e sanitari. Proprio la scelta di “regalare” l’intero ospedale Marino all’azienda mista universitaria sembra essere la causa dello smantellamento dei servizi per fare posto al reparto COVID e in seguito non si sa bene a cosa. L’Ares, con determinazione dirigenziale n.830 del 18 marzo 2022, si è messa alla ricerca di immobili in affitto dove ubicare i servizi della medicina del territorio di Alghero.»
Lo dichiarano i consiglieri del centrosinistra al comune di Alghero Mario Bruno, Gabriella Esposito, Pietro Sartore, Mimmo Pirisi, Valdo Di Nolfo, Ornella Piras e Raimondo Cacciotto, che aggiungono: «Si afferma nell’atto dirigenziale che “gli stabili di proprietà aziendale non possiedono le caratteristiche di tipo dimensionale e strutturale, e non rispondono alla normativa in materia di sicurezza del lavoro, prevenzione incendi, eliminazione barriere architettoniche” per ospitare quei servizi. Ci chiediamo tutti come abbiano fatto, fino ad oggi. Crediamo che questa decisione sia frutto di una totale assenza di programmazione. La valutazione unitaria, fatta a suo tempo, di dedicare le risorse pubbliche a costruire un nuovo ospedale nelle adiacenze dell’attuale (zona la Taulera) consentirebbe di ubicare nel civile gli ambulatori, la medicina del territorio, l’amministrazione e la specialistica, realizzando una vera e propria cittadella sanitaria. Nel frattempo, è anche scaduto il vincolo apposto dal Consiglio comunale nell’area della Taulera, non avendo dato seguito alle prescrizioni del Consiglio comunale, con la variante al PRG».
«Chiediamo – concludono i consiglieri del centrosinistra – alle forze politiche presenti in Consiglio, fin dalla prossima riunione di commissione sanità, di indirizzare gli sforzi investendo nella programmazione di interventi duraturi e che abbiano una sostenibilità anche dal punto di vista logistico, di non sperperare risorse pubbliche in locali presi in affitto, sintomo di improvvisazione e di precarietà.»