«La Sardegna può essere paragonata a pochissime altre zone del Mediterraneo quanto a importanza della flora endemica presente. Una legge di protezione è attesa da 50 anni: la nostra è l’unica regione italiana a non disporre di una legge di protezione della flora, pur essendo di competenza regionale.»
A dichiararlo è stato Gianluigi Bacchetta, direttore dell’Orto Botanico dell’università di Cagliari, ad Ussaramanna illustrando la proposta di legge regionale di iniziativa popolare che mira alla protezione della flora sarda. L’occasione è stata propizia per la raccolta delle firme a sostegno della proposta di legge regionale.
«Soltanto i comuni di Villasimius, Laconi ed Oliena – ha aggiunto Gianluigi Bacchetta – tutelano gli endemismi presenti nelle loro rispettive zone con apposite normative locali: manca ancora uno strumento regionale che dialoghi con una legge sui funghi e con una legge sulla diversità microbica che mancano tuttora. Finora solo fauna ed agrodiversità sono state tutelate con specifici provvedimenti regionali: ora serve una legge quadro che tuteli tutte le componenti della biodiversità.»
«Questa proposta di legge è un regalo – ha sottolineato Emanuele Farris, responsabile della sezione sarda della Società Botanica Italiana – perché è l’opportunità di mettere in cassaforte la nostra ricchezza naturale. Spesso non sappiamo come sfruttare il nostro capitale: con questa legge noi vogliamo creare un percorso virtuoso dal basso, il patrimonio di casa va messo in cassaforte.»
«La flora sarda ha un’importanza identitaria, sociale, culturale e produttiva che può avere benefici per tutti – ha aggiunto Gianluigi Bacchetta – è un patrimonio di tutti i sardi.»
Disco verde anche Ignazio Camarda, già docente di Botanica dell’Università di Sassari e vera autorità del settore.
Disco verde anche Ignazio Camarda, già docente di Botanica dell’Università di Sassari e vera autorità del settore.
Al convegno hanno partecipato anche Renato Brotzu, del gruppo Micologico Nuorese, e Stefano Deliperi, del Gruppo di Intervento Giuridico: «Le leggi spesso ci sono – ha avvertito quest’ultimo – ma devono essere fatte rispettare. Spesso gli endemismi spariscono perché non vengono sorvegliati, in qualche caso finiscono calpestati sotto i basamenti temporanei montati per i chioschi sulle spiagge. Serve un passo in più dopo la norma: occorre un grande lavoro culturale.»
Antonio Caria