«Come abbiamo sottolineato più volte, il reddito di cittadinanza si è rivelato uno strumento a carattere meramente assistenziale, una misura spot utile per raccogliere voti in campagna elettorale ma a conti fatti ha avuto un esito fallimentare. Non ha ridotto la povertà, né creato nuova occupazione. Lo stesso Presidente di Anpal Parisi ha ammesso che solo uno su dieci percettori del reddito ha trovato lavoro. Dunque, il provvedimento non ha sortito gli effetti sperati, il programma di reinserimento nel mondo del lavoro non è mai partito, i ‘navigator’ rimangono delle figure ibride, come direbbe Pirandello: ancora in cerca di autore. Il ministro Catalfo chiarisca perché l’attività di un’ente fondamentale come Anpal sia costantemente bloccata dai veti incrociati interni alla maggioranza.»
Lo dice Paolo Capone, segretario generale UGL, in merito alle critiche mosse al presidente di Anpal Parisi in relazione allo scarso impatto di misure come il reddito di cittadinanza.
«E’ prioritario inoltre, vincolare una misura come il reddito di cittadinanza al ricollocamento lavorativo, pertanto va sospesa qualsiasi forma di condizionalità presente nel Dl Rilancio e stabilita l’obbligatorietà di accettare qualsiasi offerta congrua. Per creare occupazione, specialmente nel Mezzogiorno più in difficoltà, occorrono poderosi investimenti in politiche attive del lavoro, un nuovo welfare in grado di incentivare l’assunzione dei giovani e promuovere l’incontro fra domanda e offerta di lavoro – conclude Paolo Capone -. È necessario quindi varare un serio piano di politica industriale per favorire la ripresa economica nel nostro Paese.»