40 artisti nella due giorni per la festa del lavoro di Sassari che presenta un ricco programma di musica tra sabato 30 aprile e domenica primo maggio. Sabato pomeriggio di musica con tanti ospiti a partire dal giovane rapper Tredici Pietro, la guest star del sabato 30 aprile nella prima delle due giornate per la festa del lavoro ma sono anche altre le star musicali oltre al rapper bolognese, tra i quali Forelock e Claudia Crabuzza. Ma saliranno sul palco dei giardini The Jackal, Chiqui, Rigantanti, Kapula, Raimondino, Clone 626 per un pomeriggio e un notte di musica dal vivo dopo molti mesi di pandemia.
Domenica 1 maggio le guest star saranno gli Africa Unite il gruppo reggae italiano più longevo e importante. Oltre a loro sul palco si esibiranno Voka, MOWMAN, Federico Marras, Black Board, Lisandru, Rusty Punx, King Textone, Gianluca Venerdini, OK BA e molti altri ancora a partire dalle 16 per finire la notte tarda.
La due giorni ospiterà alcune installazioni artistiche.
Le mattine e i pomeriggi saranno dedicati all’ospitalità delle famiglie e dei bambini con l’animazione di Uisp ed Endas con i giochi tradizionali sardi e le attività sportive per i più piccoli.
Il pomeriggio di sabato alle 18.00 sarà l’Holicolor festival ad avere il suo spazio di coinvolgimento dei bambini e dei ragazzi mentre nei pomeriggi di sabato e domenica la festa sarà animata dai trampolieri.
La mattina di domenica, alle ore 11.30, spazio alla presentazione della ricerca SWG su giovani e lavoro in Sardegna, i cui dati saranno commentati in un confronto aperto al pubblico all’aperto ai giardini, i professori Luca Deidda e Giuseppe Pintus, il direttore della Fondazione di Sardegna Carlo Mannoni, il vicepresidente nazionale di Legacoop sociale Andrea Pianu il direttore del Liceo Magistrale Gianfranco Strinna, Mauro Carta e Tore Farina della Fondazione per il sud.
I dati rilevati da SWG e Iares saranno presentati dalla ricercatrice Vania Statzu.
Sempre domenica mattina sarà disponibile l’installazione artistica Sguardi di Pace, Eye contact experiment, tratto da un’idea di Peter Sharp per ridefinire gli spazi e le relazioni dopo la pandemia e in un tempo di guerra come quello che stiamo vivendo.