Si è costituito ad Ollolai il comitato promotore per trasformare la Sardegna entro il 2030 nella prima Isola totalmente naturale e biologica.
«La Sardegna deve essere l’avamposto mondiale in cui si pratica la vita umana compatibile con la resilienza del pianeta – ha spiegato Efisio Arbau durante il convegno che si è tenuto nell’orto botanico del paese barbaricinolai durante il quale sono intervenuti il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba, il presidente di Legacoop Claudio Atzori, il professore dell’Università di Sassari Pietro Pulina e il presidente di Confcooperative Nuoro Ogliastra Michele Ruiu.
Secondo i promotori, con la Sardegna completamente al naturale e bio si avrebbero intere filiere costituite nel nostro territorio, non soltanto di alimenti per gli esseri umani ma anche per gli animali, avendo cosi filiere 100 per cento certificate non solo naturali e/o bio ma anche 100% sarde. Sarà un incentivo al ritorno alla produzione anche delle materie prime rispondendo con un progetto concreto e calato sulle nostre vocazioni, ai grandi limiti che ci sta evidenziando con forza in questi mesi la guerra in Ucraina.
«In un’epoca in cui si parla solo della cronaca – prosegue Efisio Arbau -, la prospettiva, il programma ed i progetti devono diventare la nuova cronaca. Occorre studiare, programmare e progettare. Direi anzi, per esperienza, che chi si occupa della prima parte programmatoria dovrà occuparsi anche della realizzazione. Almeno della prima fase. Qui da noi, nel continente chiamato Sardegna, il tema, l’unico tema, è che la nostra isola deve diventare entro il 2030 totalmente biologica. Un metodo di lavoro per le popolazioni che ci vivono – conclude Efisio Arbau -, per riprendersi quella naturalità che garantirebbe lo sfruttamento di tutto il territorio regionale, boschi ed i territori marginali compresi, produzioni di qualità e quantità adeguate alla popolazione residente e quella dei turisti che amano la nostra terra. E che la ameranno ancora di più quando potrà darsi una identità “cosmopolita” come quella della naturalità.»
Antonio Caria