Quarantatré monumenti, 4 itinerari tematici e un progetto dedicato alla municipalità di Pirri, 9 iniziative speciali ed un urban game che si svolgerà nel quartiere di Villanova è il programma della ventiseiesima partecipazione di Cagliari a Monumenti Aperti.
A raccontarli i circa 2500 volontari provenienti da 32 associazioni, 33 Istituzioni/proprietari e gestori di beni, 37 scuole di cui 22 appartenenti alla secondaria di secondo grado, 9 a quella di primo grado e 6 alla primaria.
Per Massimiliano Messina, tra i fondatori della manifestazione e presidente dell’associazione Imago Mundi: «Nonostante i due anni difficili trascorsi, non ci siamo mai fermati, le estreme criticità affrontate non ci hanno impedito di continuare a muoverci e di proiettarci verso il futuro. Anzi. Siamo convinti che sia arrivato il momento di sfidarlo il futuro, dando vita a una Fondazione di comunità di patrimonio Monumenti Aperti, per garantire e migliorare le prospettive del nostro progetto».
Due le novità di quest’anno: l’Istituto dei ciechi, fondato nel 1895 dal nobile cagliaritano Maurizio Falqui che avviò un primo corso di studi a favore di giovani ciechi e il Teatro Arte Burattini della compagnia Is Mascaredda,
Due anche i graditi ritorni. Il 2017 fu l’ultimo anno, prima del restauro, in cui la Torre dell’Elefante, uno dei simboli di Cagliari, fu visibile durante la manifestazione. Oggi il monumento, sempre tra i più visitati, rientra a pieno titolo nell’elenco dei monumenti di cui Monumenti Aperti può fregiarsi. Così come importante è il ritorno della Chiesa di Sant’Agostino, nel quartiere della Marina che mancava dal 2014 e che rappresenta un importante esempio di arte rinascimentale in città, essendo stata edificata intorno al 1577.
Antonio Caria