Si è tenuta in presenza ed in videoconferenza la prima grande assemblea dei soci dell’Associazione Montiferru, nata a fine settembre del 2021 a Cuglieri da un numeroso gruppo di cittadine e cittadini che si erano dati come obiettivo comune la rigenerazione e la rinascita del territorio dell’alto Oristanese, duramente colpito dagli incendi dello scorso luglio. Un movimento nato dal basso, fino a oggi ha messo assieme ben 82 persone, che volontariamente si è impegnato nella raccolta fondi, nella preparazione e lavorazione dei campi pesantemente provati dalla furia delle fiamme, nell’acquisto e nella messa a dimora di migliaia di piantine di olivo. In questi mesi di attività si sono tenute diverse iniziative pubbliche in cui sono state coinvolte amministrazioni comunali, associazioni territoriali, regionali e nazionali impegnate nella conservazione e nel recupero ambientale e paesaggistico, ma anche del mondo agricolo e produttivo delle nostre campagne. Si è costituito un comitato tecnico scientifico, composto dai maggiori studiosi di botanica, agraria e scienze forestali di centri di ricerca e università dell’Isola, guidato dal prof. Ignazio Camarda, decano dei botanici sardi. Si sono quindi promossi momenti di socialità, di informazione e formazione dedicati ai cittadini con la proiezione di video documentari sul tema degli incendi e nello specifico su ciò che è accaduto nei territori dei comuni di Cuglieri, Scano di Montiferro, Santu Lussurgiu, Sennariolo e Tresnuraghes a fine luglio 2021. Ma, soprattutto, si è lavorato con le scuole, favorendo il coinvolgimento dei bambini e contribuendo a progetti di gemellaggio fra istituti del posto e di altri territori dell’Isola. Un lavoro che i volontari dell’Associazione hanno sempre cercato di rendere trasparente, aperto, di massimo coinvolgimento e rivolto alle comunità locali: sia nel pubblico e sia nel privato. Durante l’assemblea si sono poi definiti tutti gli aspetti finanziari, tra donazioni e uscite (con una relazione dei revisori dei conti) e si è quindi dato riavvio al proseguo dei programmi già in cantiere o in fase di progettazione. Tra i numerosi punti affrontati dai partecipanti si è parlato del coinvolgimento di altri portatori di interesse e della collaborazione da avviare in rete con nuove associazioni. Si sono ricordati i momenti di messa a dimora delle piante di olivo e di raccolta fondi, il tema della gestione idrica per approvvigionare i nuovi impianti e quello della viabilità nelle campagne, fortemente compromessa prima dai roghi e poi dalle piogge autunnali e invernali.
«Abbiamo promosso la costituzione della nostra Associazione perché non intendevamo e non intendiamo cedere alla rassegnazione. Il nostro progetto, forse ambizioso, è quello di fungere da stimolo e da organizzatore delle migliori energie del territorio, nella convinzione che si possa curare e rigenerare quanto il fuoco distruttore del 24 e 25 luglio ha cancellato, lasciando dietro di sé profonde ferite nel territorio – ha detto durante il suo intervento il presidente dell’Associazione Montiferru, Pier Paolo Arca -. La cura del territorio, inteso come un unico e complesso sistema antropico e ambientale, ha bisogno di attenzione continua, sostegno, interesse, curiosità e difesa per evitare l’oblio e impedire che la storia classifichi anche questa catastrofe come una delle tante che, a intervalli sempre più brevi, colpiscono la Sardegna. Per tentare di ricostruire il nostro ambiente e le nostre produzioni tradizionali, abbiamo il bisogno di stringere attorno a noi le competenze e le conoscenze di donne e uomini capaci di aiutarci a trovare la strada migliore per giungere a questo obiettivo. Ma vogliamo anche diventare, e in parte già lo siamo, interlocutori responsabili e credibili con le istituzioni e con i soggetti portatori di interesse. Abbiamo ancora tanto da fare per la nostra terra e le comunità che lo popolano – ha concluso Pier Paolo Arca -, un lavoro certamente lungo e impegnativo che non ci spaventa perché, con l’aiuto di tutti gli associati di oggi e di quelli che si aggiungeranno domani, abbiamo un traguardo chiaro che guarda al bene comune e alla rigenerazione ambientale, sociale e culturale di tutto il Montiferru».