In Italia, da anni, si stanno moltiplicando piccole e grandi esperienze di ortoterapia, disciplina che secondo gli studi di settore, facilita l’inclusione di persone con difficoltà intellettive o in difficoltà. Negli Stati Uniti, ormai da 40 anni, questa forma di terapia viene utilizzata all’interno degli ospedali ed è materia di studio all’università. Ed anche in numerosi stati dell’Unione Europea questa disciplina è entrata a far parte delle terapie di cura nei percorsi riabilitativi (Inghilterra, Francia, Austria). Nel nostro Paese, invece, sta muovendo i primi passi, e da più parti si chiede un’accelerazione all’iter del suo riconoscimento.
Nasce così il progetto “La cura dell’orto che cura” (COC), finanziato dalla Fondazione di Sardegna e frutto della collaborazione tra l’Anffas (Associazione nazionale Famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale) e l’azienda agricola multifunzionale “Abitare con il verde” di Paola Lucia Cannas.
Per otto mesi, a partire dallo scorso novembre, un gruppo formato da 10 persone, tra i 30 ed i 50 anni, con differenti tipologie di disabilità intellettive, si è ritrovato per due volte alla settimana a svolgere attività agricole immersi in due ettari di orto e giardino a Quartucciu in loc. San Gaetano, km 16,700. Accompagnati dagli educatori e indirizzati nei lavori da due operatori agricoli specializzati, con la supervisione dell’ideatrice del laboratorio Cannas, i ragazzi hanno potuto sperimentare gli effetti di una terapia che mira a migliorare la salute cardiovascolare, stimolare la concentrazione e la memoria, ridurre la pressione sanguigna, potenziare il sistema immunitario, ridurre i livelli di zucchero nel sangue e alleviare fortemente lo stress. Per ognuno di loro è stata predisposta una scheda con un monitoraggio continuo degli effetti delle giornate di lavoro in mezzo alla natura. Per quanto concerne gli aspetti sanitari, il progetto COC ha inteso applicare le regole dell’ortoterapia, come disciplina rigorosa e scientifica nella cura delle persone in difficoltà, già codificata in contesti internazionali come l’Associazione di Terapia Orticolturale Americana –ATHA.
Martedì 21 giugno, nella sala riunioni all’interno dell’azienda agricola, dalle 9.30 alle 13.00, si terrà il convegno di presentazione dei risultati di questa sperimentazione.
Dopo i saluti del Sindaco di Quartucciu Pietro Pisu, interverranno:
Rita Angela Pitzalis (Presidente Anffas)
Monica Botta (Architetta e Paesaggista, da Novara)
Filippo Bartolomeo (Educatore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze della Asl di Oristano)
Alessandra Chermaz (Terapista orticolturale, da Trieste)
Daniela Loi, Ingegnera – Andrea Manca, Psicologo (Università degli Studi di Cagliari)
Federico Calamina (Educatore professionale pedagogista – Anffas)
Paola Lucia Cannas (Ingegnere e imprenditrice agricola)
Luca Liriti (Orto Botanico di Cagliari)
Anna Cossu (Coldiretti)
Raimondo Mandis (Slow Food)
Rossana Bussa (La Voce delle Piante)
Coordina Nicola Migheli (Scrittore)
L’obiettivo degli ideatori del progetto è di sottoporre i dati raccolti durante tutto il periodo di monitoraggio in questi ultimi 8 mesi al Ministero della Sanità: «La nostra esperienza, unita alle tantissime sparse per tutto il Paese e a quanto sappiamo di ciò che avviene negli Usa ci convincono sempre di più che l’ortoterapia, non diversamente da quanto accade per la pet therapy che invece ha ottenuto un riconoscimento in Italia, deve entrare come supporto alle terapie tradizionali. Non in sostituzione, ma a integrazione delle cure ufficiali», spiega Paola Cannas.
Per conseguire la verifica dei risultati, il team multidisciplinare ha convenuto di applicare la scheda operativa elaborata dall’Associazione Italiana di Ortoterapia, con sede a Monza, opportunamente adeguata dall’associazione “La voce delle Piante”.