«L’infestazione di cavallette non rientra negli ambiti per i quali è possibile attivare gli interventi compensativi del Fondo di solidarietà nazionale, autorizzati in esenzione di notifica ai sensi della normativa europea sugli aiuti di Stato al settore agricolo.»
A dirlo è stato il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, al question time alla Camera, rispondendo ad un’interrogazione della deputata sarda di Coraggio Italia, Lucia Scanu, sulla grave piaga delle cavallette che sta interessando la Sardegna centrale, ma che rischia anche di colpire altre zone dell’isola.
Una situazione che sta mettendo in crisi molte aziende agricole, danneggiando colture e compromettendo seriamente il raccolto. Sulla vicenda ha preso posizione anche la sindaca di Noragugume, Rita Zaru, che ha scritto alla Fao per chiedere un immediato intervento, mentre una nuova denuncia per l’invasione delle cavallette è arrivata anche dal sindaco di Bortigali, Francesco Caggiari.
«E poiché la competenza sul tema è anche dei ministeri della Salute e delle Transizione ecologica insieme – ha aggiunto Stefano Patuanelli – valuteremo lo stato di emergenza e l’eventuale nomina di un commissario per affrontare questo stato di emergenza nei prossimi giorni. Una problematica che a detta dei parlamentari interroganti, sta mettendo a rischio oltre 30mila ettari coltivabili nel centro Sardegna. Tuttavia l’infestazione di cavallette che si sta verificando in alcune aree nella provincia di Nuoro e in altri territori della Sardegna è un problema endemico nell’isola ed è causa di danni alle coltivazioni agricole prospicienti pascoli, aree non coltivate o ex coltivi abbandonati. Le cavallette, che svolgono il ciclo larvale nel terreno durante il periodo primaverile ed estivo, possono essere distrutte con la semplice aratura; tuttavia l’abbandono dei terreni e la presenza di pascoli con pietre affioranti, non consente di procedere alla lotta preventiva mediante la lavorazione dei terreni.»
«La problematica – ha concluso Stefano Patuanelli – deve essere affrontata anche dal punto di vista ambientale, con particolare attenzione alle aree non coltivate, non solo intervenendo con insetticidi alla comparsa degli adulti, ma anche agendo attraverso i potenziali predatori e parassitoidi per contenere le infestazioni a livello endemico, al fine di limitare i danni.»
A dirlo è stato il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, al question time alla Camera, rispondendo ad un’interrogazione della deputata sarda di Coraggio Italia, Lucia Scanu, sulla grave piaga delle cavallette che sta interessando la Sardegna centrale, ma che rischia anche di colpire altre zone dell’isola.
Una situazione che sta mettendo in crisi molte aziende agricole, danneggiando colture e compromettendo seriamente il raccolto. Sulla vicenda ha preso posizione anche la sindaca di Noragugume, Rita Zaru, che ha scritto alla Fao per chiedere un immediato intervento, mentre una nuova denuncia per l’invasione delle cavallette è arrivata anche dal sindaco di Bortigali, Francesco Caggiari.
«E poiché la competenza sul tema è anche dei ministeri della Salute e delle Transizione ecologica insieme – ha aggiunto Stefano Patuanelli – valuteremo lo stato di emergenza e l’eventuale nomina di un commissario per affrontare questo stato di emergenza nei prossimi giorni. Una problematica che a detta dei parlamentari interroganti, sta mettendo a rischio oltre 30mila ettari coltivabili nel centro Sardegna. Tuttavia l’infestazione di cavallette che si sta verificando in alcune aree nella provincia di Nuoro e in altri territori della Sardegna è un problema endemico nell’isola ed è causa di danni alle coltivazioni agricole prospicienti pascoli, aree non coltivate o ex coltivi abbandonati. Le cavallette, che svolgono il ciclo larvale nel terreno durante il periodo primaverile ed estivo, possono essere distrutte con la semplice aratura; tuttavia l’abbandono dei terreni e la presenza di pascoli con pietre affioranti, non consente di procedere alla lotta preventiva mediante la lavorazione dei terreni.»
«La problematica – ha concluso Stefano Patuanelli – deve essere affrontata anche dal punto di vista ambientale, con particolare attenzione alle aree non coltivate, non solo intervenendo con insetticidi alla comparsa degli adulti, ma anche agendo attraverso i potenziali predatori e parassitoidi per contenere le infestazioni a livello endemico, al fine di limitare i danni.»
Antonio Caria