C’è preoccupazione a Dorgali per la chiusura del centro dialisi con i malati costretti a recarsi nei più vicini presidi di Siniscola e Nuoro. Un allarme lanciato dalle famiglie dei malati e raccolto dal Consigliere regionale del Partito Democratico, Roberto Deriu che ha presentato un’interrogazione all’Assessore regionale alla Sanità, Mario Nieddu.
«Una situazione inaccettabile che destabilizza le famiglie dei malati già gravemente colpite e penalizzate dalla malattia dei loro congiunti», queste le parole di Roberto Deriu.
«Una situazione inaccettabile che destabilizza le famiglie dei malati già gravemente colpite e penalizzate dalla malattia dei loro congiunti», queste le parole di Roberto Deriu.
Da ormai 8 mesi, infatti, i nefropatici dorgalesi sono nuovamente costretti a fare il viaggio per raggiungere i centri dialisi dell’ospedale San Francesco di Nuoro o di Siniscola, per effettuare le terapie di cui necessitano, affrontando diverse difficoltà, come i numerosi chilometri che devono obbligatoriamente percorrere per potersi curare, che rischiano di aggravarsi con l’avvento della stagione estiva.
«La riapertura del centro dialisi nel comune di Dorgali è indispensabile anche per i pazienti dializzati che abitano nei comuni limitrofi, oltreché per evitare di sovraccaricare i centri dei comuni dove attualmente di Nuoro e Siniscola.»
«Vogliamo sapere – conclude il consigliere del Partito democratico – quando verrà riaperto il centro dialisi di Dorgali; se siano conclusi i lavori inerenti all’adeguamento della struttura secondo i requisiti stabiliti dalla normativa vigente; e se sia stato formato tutto il personale necessario a garantire il servizio. Se il centro non è stato riaperto dopo mesi dal dissequestro, vogliamo sapere il motivo e andremo a fondo per capirne la ragione reale al fine da evitare ulteriori disagi a tante famiglie, già provate dall’emergenza Coronavirus.»
«Vogliamo sapere – conclude il consigliere del Partito democratico – quando verrà riaperto il centro dialisi di Dorgali; se siano conclusi i lavori inerenti all’adeguamento della struttura secondo i requisiti stabiliti dalla normativa vigente; e se sia stato formato tutto il personale necessario a garantire il servizio. Se il centro non è stato riaperto dopo mesi dal dissequestro, vogliamo sapere il motivo e andremo a fondo per capirne la ragione reale al fine da evitare ulteriori disagi a tante famiglie, già provate dall’emergenza Coronavirus.»
A.C.