Emanuela Muzzu e Giorgia Meloni sono i primi laureati online (piattaforma digitale Google classroom) al Conservatorio “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari, indirizzo oboe.
A guidare i due giovani dottori è stata loro docente Maria Giulia Mazzone. La prima ha discusso una tesi dal titolo “La scuola del Pio Ospedale della Pietà e gli oboisti di Vivaldi”, mentre la seconda “Tommaso Albinoni Vita ed Opere di un dilettante Veneto”.
A detta del direttore del Palestrina, Giorgio Sanna, «Il presupposto di un’offerta didattica efficace è quello di essere preparati ad affrontare e risolvere le più svariate criticità ed essere pronti a trovare soluzioni “altre”. In questa ottica non c’è niente di più efficace che il lavoro di gruppo, la condivisione dei problemi, la collaborazione nel cercare di risolverli».
Una discussione accompagnata da una prova pratica che consiste nell’esecuzione di un brano, accompagnati da un altro strumento che, in questo caso, avrebbe dovuto essere una piccola orchestra d’archi.
Soddisfatta Maria Giulia Mazzone: «Il lavoro dell’insegnamento non può e non potrà mai prescindere dalla presenza, tuttavia abbiamo imparato molto da questo percorso. Per il futuro posso immaginare una nuova didattica che sappia, ad esempio, sfruttare le registrazioni degli studenti per l’ascolto e l’autovalutazione o si apra ad una maggiore condivisione con altri conservatori Italiani».
A guidare i due giovani dottori è stata loro docente Maria Giulia Mazzone. La prima ha discusso una tesi dal titolo “La scuola del Pio Ospedale della Pietà e gli oboisti di Vivaldi”, mentre la seconda “Tommaso Albinoni Vita ed Opere di un dilettante Veneto”.
A detta del direttore del Palestrina, Giorgio Sanna, «Il presupposto di un’offerta didattica efficace è quello di essere preparati ad affrontare e risolvere le più svariate criticità ed essere pronti a trovare soluzioni “altre”. In questa ottica non c’è niente di più efficace che il lavoro di gruppo, la condivisione dei problemi, la collaborazione nel cercare di risolverli».
Una discussione accompagnata da una prova pratica che consiste nell’esecuzione di un brano, accompagnati da un altro strumento che, in questo caso, avrebbe dovuto essere una piccola orchestra d’archi.
Soddisfatta Maria Giulia Mazzone: «Il lavoro dell’insegnamento non può e non potrà mai prescindere dalla presenza, tuttavia abbiamo imparato molto da questo percorso. Per il futuro posso immaginare una nuova didattica che sappia, ad esempio, sfruttare le registrazioni degli studenti per l’ascolto e l’autovalutazione o si apra ad una maggiore condivisione con altri conservatori Italiani».