«È intollerabile, oltreché sconfortante, che i giovanissimi che lo frequentano non ne abbiano cura. Bottigliette, lattine e cartacce sparse ovunque con i contenitori della spazzatura desolatamente vuoti lì accanto, oltre alla beffa (siccome al peggio non c’è mai fine) di un atto vandalico compiuto da qualcuno che ha ben pensato di tranciare di netto il cerchio del centrocampo di un campetto con il manto sintetico nuovo di zecca. Segni di incuria anche in altre aree del centro storico e non solo: Regalìu, il portico di “mesu idda”, i parcheggi sotto la piazza Luigi Loi, le “scale della farmacia”, piazza Giovanni Paolo II.»
A denunciare il tutto è il sindaco di Jerzu, Carlo Lai, che ha deciso di chiudere il campetto di Pappapisu per una settimana.
«Gli addetti del servizio di nettezza urbana – aggiunge ancora il primo cittadino -, il cantiere verde, gli operatori comunali, sono impegnati quotidianamente al fine di tenere il centro abitato in maniera decorosa. Eppure, nonostante il dispiegamento di forze, si fa una fatica immane perché una piazza, un portico, il Corso Umberto, tirati a lucido, dopo 48 ore presentano i segni inequivocabili conseguenza del menefreghismo. Tutti quanti capiamo le sacrosante esigenze di socialità dei ragazzi, tanto più dopo oltre due anni complicati come quelli appena trascorsi. Ma questo non li autorizza a bivaccare negli angoli appartati del centro storico se il presupposto è che i cartoni delle pizze e le bottiglie vuote restino poi lì.»
Il sindaco di appella ai genitori «affinché non si stanchino mai di insegnare valori autentici e fondamentali come il rispetto assoluto degli spazi e dei beni comuni. Facciamo uno sforzo tutti insieme, istituzioni, famiglie, educatori, affinché tra i nostri ragazzi, che sono quanto di più prezioso abbiano le comunità, s’imponga l’ambizione di un cambiamento, innanzitutto culturale e di prospettiva».
Antonio Caria