«Le criticità dell’Ospedale Marino di Alghero ne suggeriscono la retrocessione dall’Aou all’Ats – sono le parole del consigliere regionale di Forza Italia membro della Commissione Sanità ed ex sindaco di Alghero Marco Tedde che aggiunge -. Purtroppo, la pericolosa china dell’Ospedale Marino, iniziata ad aprile del 2017, allorché l’equipe di anestesisti iniziò a non offrire assistenza dopo le ore 14.00, non è stata invertita e, anzi, ci sono forti segnali della incapacità di risollevare l’efficienza della struttura.»
«A decorrere dall’inizio di marzo, sono state chiuse le sale operatorie e l’attività chirurgica è stata spostata presso il Civile con un via vai biblico di ortopedici e pazienti e l’impossibilità di intervenire su patologie che necessitano di chirurgia protesica, chirurgia di mano e piede, artroscopia del ginocchio e della spalla. Queste difficoltà hanno ampliato a dismisura le liste di attesa e consentono di affrontare solo la patologia da trauma con interventi su fratturati eseguiti anche a distanza di venti giorni dall’evento acuto, con insopportabili sofferenze da parte di pazienti.»
«Alla luce di queste insostenibili criticità, che anche se hanno avuto origine nel 2017 debbono essere oggi affrontate e risolte, è evidente che occorre un atto di coraggio e di onestà intellettuale retrocedendo la struttura alla ATS – attacca Marco Tedde -. Peraltro, all’orizzonte non si intravvede un minimo di indizio di un avvio di attività di robotica chirurgica e di attività di alto profilo formativo. Anzi è al palo la firma del protocollo di intesa fra il presidente della Regione ed il Rettore dell’Università di Sassari e le convenzioni attuative per disciplinare i termini del passaggio, compresa la previsione di risorse dell’ordine di qualche decina di milioni di euro, anche al fine del mantenimento dei requisiti degli standard necessari al mantenimento del DEA di primo livello in capo al Presidio ospedaliero civile di Alghero.»
«Ma, nelle more, occorre immediatamente riaprire almeno una sala operatoria al Marino, costituendo un pool di anestesisti dedicati, come avveniva in passato, reintegrare la dotazione del personale infermieristico e impegnare immediatamente le risorse assegnate per i lavori di riqualificazione – conclude Marco Tedde -. Ma occorre intervenire con grande urgenza, prima che sia troppo tardi.»
Antonio Caria