Si è svolto ad Arborea un incontro organizzato dall’ANCI Sardegna e dal CAL Sardegna, finalizzato ad informare gli amministratori locali sulle richieste demaniali per l’installazione di impianti off-shore, e a tracciare un percorso comune per sottoscrivere un protocollo di collaborazione che tenga conto delle specificità dei territori, come previsto dalla Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile e dall’Agenda 2030. Sono intervenuti gli assessori regionali dell’Ambiente, Gianni Lampis, e dell’Industria, Anita Pili.
«Da ormai due anni, in sede di Commissione Ambiente, Energia e Sostenibilità della Conferenza delle Regioni, che la Sardegna ha l’onere e l’onore di coordinare – ha detto l’assessore Gianni Lampis – abbiamo provato a recapitare ai ministri che si sono succeduti l’istanza non solo della Regione ma dell’intero sistema delle regioni e delle province autonome. Il governo ha deciso, soprattutto in seguito al decreto semplificazioni, di annoverare tra le sue esclusive prerogative quella delle autorizzazioni di impianti sopra una determinata soglia di MegaWatt, per poter recuperare il tempo perso al fine di raggiungere i 70GW di energia prodotta da fonti rinnovabili entro il 2026-2027. Ciò al fine di dimostrare alla comunità europea che questo risultato è raggiungibile, prescindendo però dal passaggio per tutti i livelli territoriali interessati. Questa è la più grande difficoltà ed insieme la più grande battaglia che oggi il sistema delle regioni italiane e delle province autonome stanno portando avanti. L’obiettivo finale sta prevaricando il rispetto dell’architettura costituzionale. Anche per questo motivo la Regione ha ritenuto di dover impugnare il decreto energia. Il ripristino del dialogo all’interno della Conferenza Stato-Regioni sarà forse uno dei compiti fondamentali cui si troverà davanti il futuro nuovo primo ministro. Al momento, la nazione attraversa una fase delicata in cui le esigenze locali ricevono meno attenzioni. Qui entra in gioco la burocrazia, che deve assicurare la continuità dell’attenzione alle tematiche.»
«Uno dei quesiti a cui non si è ancora trovata risposta a livello nazionale – prosegue Gianni Lampis – è ad esempio quello relativo allo smaltimento degli impianti fotovoltaici al loro fine vita. È fondamentale ragionare in un’ottica di lungo periodo. I sindaci ci fanno sapere di ricevere richieste di installazione degli impianti che non tengono conto della destinazione d’uso delle stesse aree, o delle specie faunistiche presenti. La giunta regionale ha già approvato una delibera che individua le aree idonee e non idonee: tra le non idonee vi sono quelle che ricadono nella Rete Natura 2000, ovvero un quinto del territorio regionale. Occorre la massima attenzione nel gestire le svariate richieste delle società. E aggiornare costantemente gli obiettivi della Strategia Regionale di Sviluppo Sostenibile per rendere sempre più concreta la transizione energetica ed arrivare, in un futuro non troppo lontano, a non parlare più di handicap infrastrutturali o di limiti legati all’insularità.»