Solo con lo sviluppo sostenibile, partendo dal basso, la popolazione di Haiti può crescere e vivere in sicurezza: per sensibilizzare i sardi su questo tema, le associazioni La Rosa Roja e Ayiti Chery della rete Coordinamento Diaspore in Sardegna, hanno organizzato a Cagliari una serie di eventi ospitati all’interno della nona edizione dell’International Festival Mandela Day Sardegna. Tanti appuntamenti, dibattiti e incontri culminati mercoledì sera, 24 agosto, in una manifestazione in piazza Garibaldi all’insegna della cultura della pace e della solidarietà.
La campagna sostenuta da La Rosa Roja e Ayiti Chery si chiama #ayitikampe, che significa “Haiti in piedi”, e si basa sui principi dell’Agenda 2030 e in particolare sul raggiungimento dell’Obiettivo 17 (collaborazioni e partnership a livello globale tra le organizzazioni della società civile, enti profit, istituzioni pubbliche e privati cittadini) e la sua finalità è quella di portare sostegno alla popolazione del paese più povero delle Americhe, privo di stabilità politica e che ancora non è riuscito a riprendersi dal terribile terremoto che lo ha colpito nel 2010. Per questo motivo sono moltissimi gli haitiani emigrati in tutto il mondo che hanno lasciato il loro Paese per studiare, formarsi e in questo modo, oltre che realizzare il loro percorso di vita, riuscire ad aiutare il proprio popolo.
In questa logica si inserisce la visita in Sardegna di Nicole Primozic della diaspora haitiana in Italia e di Parnel Sanit Hilaire della diaspora canadese. Parnel Sanit Hilaire, laureatosi in Italia, ha partecipato agli eventi di Cagliari come membro della delegazione ospitata in questi giorni in Sardegna, per spiegare quali sono i problemi e le necessità del popolo haitiano: «Abbiamo ricevuto una bellissima accoglienza – racconta Parnel Sanit Hilaire – siamo diversi nella lingua e nelle tradizioni ma abbiamo in comune il modo di sentire, di dare valore al tempo. Per questo sono davvero contento del tempo, un bene prezioso, che i sardi ci hanno dedicato, manifestando la loro disponibilità ad aiutarci».
Ciò che serve ad Haiti non è il mero assistenzialismo economico: occorrono percorsi di sviluppo capaci di creare le condizioni affinché le persone non siano più costrette a lasciare il Paese e chi lo desidera possa tornare in condizioni di sicurezza e questo si può ottenere solo con l’educazione e la formazione, soprattutto dei giovani.
«La partecipazione alla nostra iniziativa è andata davvero oltre ogni aspettativa – ha affermato Elizabeth Rijo, presidente di La Rosa Roja e organizzatrice dell’evento – abbiamo gettato le basi per delle importanti collaborazioni con le istituzioni. Molto presto verranno organizzati dei viaggi e i giovani haitiani potranno soggiornare in Sardegna e conoscere realtà diverse dalla loro, verranno realizzati progetti con le scuole e il futuro per molti haitiani potrà cambiare in meglio.»
L’associazione La Rosa Roja ha già ottenuto la disponibilità dell’assessora regionale al Lavoro e Cooperazione e Sicurezza Sociale Alessandra Zedda, della sindache dei comuni di San Giovanni Suergiu Elvira Usai e di Elmas Maria Laura Orrù, del consigliere regionale Valter Piscedda e del consigliere metropolitano Francesco Magi. L’iniziativa è stata resa possibile anche grazie al supporto delle Acli e del Centro Servizi Sardegna per il volontariato e del suo presidente Franco Marras e al prezioso contributo di Massimo Nevisco dell’associazione Amore Universale Trasversale.