Nel primo trimestre di quest’anno le esportazioni delle piccole imprese manifatturiere della Sardegna sono cresciute di quasi il 18% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, generando un giro d’affari per 91 milioni di euro. Il tutto trainato dal settore alimentare (+11%), dall’exploit territoriale del Sud Sardegna e dall’ottimo andamento della provincia di Nuoro.
E’ questo il risultato del dossier dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha analizzato i dati ISTAT sulle esportazioni delle micro-piccole e medie imprese dell’Isola, nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2020 confrontandoli con quelli dell’analogo periodo del 2019.
«Siamo molto contenti di questi dati che, per certi versi, ci sorprendono ma che ci fanno vedere in termini positivi il futuro andamento delle vendite sui mercati esteri – commenta Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – anche se, non dimentichiamolo, sono rilevazioni pre-lockdown. In ogni caso, tutto conferma l’impegno dei nostri imprenditori per l’internazionalizzazione, per il miglioramento della qualità dei prodotti, e per l’apprendimento di nuove tecniche di vendita e di conoscenza dei mercati esteri”.
A livello provinciale, i dati parlano di un exploit del Sud Sardegna con +276,4% rispetto al 2019 e 26 milioni di euro di prodotti piazzati all’estero. Segue Nuoro con +14,3% e quasi 8 milioni di euro. In leggero calo il nord dell’Isola (Sassari e Gallura) con un -1% e 22 milioni di controvalore venduto. In netto calo, invece, Cagliari (-14,3% e 29 milioni di euro esportati) e Oristano (-15,2% e 6 milioni di prodotti venduti).
«Le imprese hanno sempre più “fame” di iniziative sull’export – aggiunge Antonio Matzutzi – e quindi è da apprezzare lo sforzo che ogni singola azienda sta facendo anche sul fronte della formazione. Per affacciarsi sui mercati esteri, infatti occorrono competenze che non tutte le realtà hanno. Speriamo che, passato questo brutto momento di emergenza, con la Regione si possano riprogrammare le attività formative e proporre nuovi bandi sull’internazionalizzazione.»
«Certamente parliamo di quantità e di controvalore ridotti rispetto ad altre realtà italiane ma, in ogni caso, sono segnali interessanti per le nostre piccole imprese, che tracciano una strada da perseguire con costanza per invertire nel lungo periodo le sorti dell’economia isolana. In ultimo, visti anche i dati, riteniamo occorra lavorare non soltanto sui settori più maturi per l’export ma anche per la valorizzazione degli altri con importanti potenzialità, come ad esempio moda e il lapideo – conclude Antonio Matzutzi -. Confartigianato non farà venir meno il proprio supporto e collaborazione per accompagnare le imprese in questi percorsi.»