Coldiretti Sardegna ha deciso di chiamare a raccolta il settore ortofrutticolo, cerealicolo, vitivinicolo, apistico ed i Consorzi di Bonifica convocando per lunedì 10 ottobre, alle 10.45, una riunione nella Fiera a Cagliari.
«A contenere i costi è la manodopera, di solito familiare, altrimenti dovremmo lasciare le terre incolte», è la denuncia di Luigi Podda, frutticoltore di San Sperate. Stessa musica a Barisardo per i pomodori: «Oggi produrre pomodoro in serra non conviene. Se tutto va bene vai in pareggio con condizioni di lavoro al limite del possibile, se poi, come succede spesso, vai incontro a delle malattie, come per esempio la sempre più diffusa tuta absoluta, allora sei in perdita», ha detto Alessandro Melis.
In crisi anche i cerealicoltori: «Coltivare un ettaro di grano costa intorno ai 1.200-1.300 euro con guadagni simili ma con l’incognita di un prezzo del grano esposto alle speculazioni e quindi incontrollabile», è il commento di Salvatore Pau di Sanluri.
«Non possiamo assistere passivi all’abbandono delle terre e alla scomparsa di eccellenze simbolo del nostro patrimonio agroalimentare e con loro alla chiusura di tantissime aziende – ha concluso il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu -. È paradossale che in un momento in cui la guerra ci ha messa davanti agli occhi la debolezza di chi dipende dall’estero e dalle importazioni di cibo richiamo di perdere gli agricoltori. Lunedì, oltre a fare una analisi dei settori presenteremo la class action per i mancati ristori in particolare della siccità del 2017.»
Antonio Caria