Un perfetto equilibrio tra opera seria e buffa, che a distanza di 240 anni dalla sua creazione resta uno dei più grandi esempi di fusione perfetta tra la musica immortale di Wolfgang Amadeus Mozart ed il libretto geniale di Lorenzo Da Ponte. Don Giovanni, in scena per la Stagione lirica 2022 dell’Ente Concerti Marialisa de Carolis il 14 e 16 ottobre al Teatro Comunale di Sassari, è stata presentata stamane nella Sala Sassu del Conservatorio “Luigi Canepa”. Tantissimi studenti e molti appassionati hanno potuto ascoltare la storia del protagonista, il “dissoluto punito”, da Tirso de Molina fino a Molière, le cui “donnesche imprese” sono state d’ispirazione per decine di grandi registi, drammaturghi, intellettuali, come ha spiegato il presidente dell’Ente Concerti, Antonello Mattone, che ha introdotto e moderato l’incontro. Don Giovanni verrà proposto in un nuovo allestimento dell’Ente firmato dai registi Paolo Gavazzeni e Piero Maranghi: «È un’opera di morte che ci fa amare la vita – ha detto Piero Maranghi – perché l’estrema cattiveria del protagonista ci fa ricordare ciò che abbiamo più a cuore, quanto sia bello amarsi, aiutarsi, tutto il buono della vita che in lui è invece totalmente assente». Don Giovanni «non appartiene soltanto alla storia, è un mito umano, nella sua disumanità – ha aggiunto Paolo Gavazzeni – ed è molto difficile da mettere in scena: il contrasto continuo tra momenti buffi e seri costringe il regista a optare per una chiara visione estetica di una struttura dal punto di vista drammaturgico perfettamente bilanciata, una costruzione matematica». Per questo, è stato detto, i registi hanno scelto di rappresentare un Don Giovanni umano, che vive – e veste – diverse epoche, nel suo continuo ciclo di vita e morte, circondato da spiriti, anime, quasi con movenze da teatro greco.
L’arte di Mozart trova qui uno dei suoi momenti più perfetti, come ha spiegato il direttore d’orchestra Sergio Alapont, che in quest’opera ci fa capire come il genio di Salisburgo sapesse «giocare con la musica: Don Giovanni rompe col classicismo, passa da momenti di grande tragedia ad altri divertenti, con dettagli geniali come il finale del primo atto, quando disegna con la musica tutti gli strati sociali, dall’aristocratico minuetto alla contradanza della borghesia fino alla popolare alemanna: tre stili diversi che si mescolano tra loro creando un risultato sonoro che né prima né dopo è stato mai raggiunto».
Il binomio Mozart – Da Ponte è poi di incredibile attualità: «Nel 1787 – ha aggiunto il direttore – parlano più volte di libertà, già due anni prima della Rivoluzione francese: oggi sarebbero degli straordinari influencer».
Una storia che attraversa i secoli e torna a Sassari, a sette anni dall’ultima rappresentazione, in un allestimento originale che vede le scene di Leila Fteita, i costumi di Nicoletta Ceccolini e il disegno luci di Tony Grandi, coadiuvati per i movimenti scenici da Margherita Massidda. Nel cast Vincenzo Nizzardo (Don Giovanni) e Francesca Pusceddu (Zerlina), già nel cast della Vedova allegra 2021; con loro Karen Gardeazabal (Donna Anna), Santiago Sanchez (Don Ottavio), Carmen Buendìa (Donna Elvira), Davide Giangregorio (Leporello) – che a Sassari fu Noè nell’opera per ragazzi The Noye’s Fludde di Benjamin Britten (2016) -, Alberto Petricca (Masetto) e il Commendatore di Mariano Buccino. Il Coro dell’Ente è preparato da Salvatore Rizzu. L’appuntamento è per venerdì 14 ottobre alle 20,30 in prima rappresentazione e domenica 16 ottobre alle 16,30 in replica. L’opera è stata proposta a circa ottocento ragazzi delle scuole mercoledì pomeriggio nella tradizionale Anteprima giovani, la prova generale aperta a loro dedicata.