Si è svolto questo pomeriggio, giovedì 13 ottobre presso l’Aula Magna del Seminario arcivescovile di Cagliari, il terzo e ultimo incontro previsto in occasione dell’apertura del nuovo anno pastorale della diocesi di Cagliari. Il ciclo di appuntamenti, previsti per l’occasione, era stato inaugurato domenica scorsa in Cattedrale, con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo e segretario generale della Conferenza episcopale italiana monsignor Giuseppe Baturi.
Dopo l’assemblea svoltasi nella mattinata di ieri mercoledì 12 ottobre, che ha coinvolto il clero, l’incontro odierno era rivolto a tutta la comunità ecclesiale diocesana. Entrambi gli eventi sono stati scanditi da diversi momenti, a partire da una preghiera introduttiva ed una lectio divina sull’icona biblica di Betania proposta da padre Piergiacomo Zanetti, docente della Pontificia facoltà teologica della Sardegna. È seguito l’intervento del referente diocesano del Cammino sinodale don Mario Farci, che si è soffermato sui quattro “cantieri” proposti dalla Cei, «partecipazione per la missione» è quello scelto dalla nostra Diocesi, per arrivare infine alla relazione proposta da monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Conferenza episcopale italiana.
«Abbiamo inaugurato il nuovo anno pastorale – afferma il vescovo Giuseppe Baturi – con la celebrazione eucaristica di domenica 9 ottobre in Cattedrale. La celebrazione eucaristica, la sinassi, è davvero il paradigma del Sinodo, poiché la Chiesa, nella celebrazione eucaristica si percepisce come comunità, assemblea radunata dal Signore per vivere una comunione nel dono della sua presenza. Il nuovo anno pastorale sarà modellato sui “Cantieri di Betania”, si tratta di “luoghi di lavoro” che servono a costruire o riparare, ed è la vita stessa che lo esige. Senza indugio ognuno rincorra la propria vocazione e partecipi a costruire una Chiesa per tutti. A livello operativo non si tratta di articolare la proposta centralizzandola, bensì è ogni realtà ecclesiale che, nella misura in cui agisce e si sente partecipe del mistero di Cristo e della sua missione profetica, darà al vissuto diocesano una caratterizzazione. Significa accogliere la soggettività che tutti sono chiamati a esprimere, e in questo modo – sottolinea – la Chiesa di Cagliari splenderà per la sua unità, ma nella diversità di situazioni, contesti, caratteri, storie. Il fedele è chiamato a seguire Cristo e quindi quando ciò accade, a creare qualcosa di nuovo e di buono per tutti.»
L’esperienza del secondo anno sarà ancora quella dell’ascolto allargando sempre di più la direzione e i soggetti di riferimento.
«L’obiettivo – spiega il referente diocesano per il Cammino sinodale e preside della Pontificia facoltà teologica della Sardegna don Mario Farci – è quello di “avviare una nuova esperienza di Chiesa”, che pratichi la sinodalità e irrobustisca la capacità di “camminare insieme”. Sinergia con il cammino dello scorso anno all’interno di una unica fase narrativa, ampliamento delle persone e dei mondi coinvolti, approfondimento di alcuni aspetti e di alcune domande, soggettività delle singole realtà diocesane ed ecclesiali in ordine ai cantieri da sviluppare sono i pilastri del nostro impegno. I cantieri – conclude – pur presentandosi come percorsi specifici, intendono trovare linfa nella vita quotidiana delle comunità e, dall’altro lato, contribuire alla vitalità delle forme con cui essa si esprime.»
Il prossimo mese di novembre sarà diffuso il documento diocesano relativo al nuovo anno pastorale.