«Ormai à sotto gli occhi di tutti il dramma di una sanità fatta solo di proclami e passerelle, il fallimento è chiaro, le criticità sono tante, la farmacia territoriale aperta solo mezza giornata alla settimana, chirurgia operatoria chiusa, pronto soccorso allo stremo delle forze per la mancanza di medici, tempi lunghi di attesa e insostenibili per visite e prestazioni specialistiche. Oggi il problema è reparto di oculistica. Quest’ultimo situato al secondo piano dell’Ospedale Civile, il pseudo reparto di circa 30 metri quadri, con una sala d’attesa piccolissima con un paio di poltrone donate dall’associazione Rotary Club e non comprate dalla stessa azienda sanitaria , questo fa capire tutto ed evidenzia una scarsa programmazione aziendale.»
Lo ha voluto sottolineare il consigliere dell’Udc e presidente della Commissione Sanità di Alghero, Christian Mulas, che aggiunge: «La sala d’attesa della dimensione di uno stanzino può ospitare cinque pazienti alla volta che devono condividere lo stesso spazio con il personale infermieristico e medico, spesso viene anche adibita anche come magazzino per attrezzatura della sala operatoria. L’unico servizio igienico sanitario situato all’interno di questo reparto, è utilizzato con i pazienti uomini e donne, infermieri e medici, ma non può essere utilizzato da un diversamente abile con carrozzina perché l’entrata del bagno è troppo stretta e non né permette il passaggio».
«Il servizio di oculistica che fino a qualche anno fa vantava circa 3200 interventi all’anno, oggi a malapena né garantisce circa un migliaio e quando gli permettono di fare le sedute operatorie, può garantire 3 sedute alla settimana per circa 44 interventi alla settimana con il limite di utilizzo ore 14, con il rischio che oltre questo orario il personale non garantisce la presenza, situazione questa non si verificava quando il servizio era dislocato presso dell’Ospedale Marino – ha concluso Christian Mulas -. Tra l’altro lo stato delle sale operatorie è precaria che non da l’idea che al loro interno possano essere rispettati i parametri igienico sanitarie previste delle norme. Mi pongo la domanda a questo punto: se le sale operatorie dell’ospedale Civile possono essere utilizzate per gli interventi dell’oculistica nonostante la situazione su riferita, perché quelle dell’Ospedale Marino no? Non mi pare queste decisioni prese dall’Antropologo da poltrona siano conseguenza di sopralluoghi e verifiche sul campo della reale situazione che versano la nostre strutture ospedaliere cittadine abbandonate e citate solo con proclami sulla stampa.»
Lo ha voluto sottolineare il consigliere dell’Udc e presidente della Commissione Sanità di Alghero, Christian Mulas, che aggiunge: «La sala d’attesa della dimensione di uno stanzino può ospitare cinque pazienti alla volta che devono condividere lo stesso spazio con il personale infermieristico e medico, spesso viene anche adibita anche come magazzino per attrezzatura della sala operatoria. L’unico servizio igienico sanitario situato all’interno di questo reparto, è utilizzato con i pazienti uomini e donne, infermieri e medici, ma non può essere utilizzato da un diversamente abile con carrozzina perché l’entrata del bagno è troppo stretta e non né permette il passaggio».
«Il servizio di oculistica che fino a qualche anno fa vantava circa 3200 interventi all’anno, oggi a malapena né garantisce circa un migliaio e quando gli permettono di fare le sedute operatorie, può garantire 3 sedute alla settimana per circa 44 interventi alla settimana con il limite di utilizzo ore 14, con il rischio che oltre questo orario il personale non garantisce la presenza, situazione questa non si verificava quando il servizio era dislocato presso dell’Ospedale Marino – ha concluso Christian Mulas -. Tra l’altro lo stato delle sale operatorie è precaria che non da l’idea che al loro interno possano essere rispettati i parametri igienico sanitarie previste delle norme. Mi pongo la domanda a questo punto: se le sale operatorie dell’ospedale Civile possono essere utilizzate per gli interventi dell’oculistica nonostante la situazione su riferita, perché quelle dell’Ospedale Marino no? Non mi pare queste decisioni prese dall’Antropologo da poltrona siano conseguenza di sopralluoghi e verifiche sul campo della reale situazione che versano la nostre strutture ospedaliere cittadine abbandonate e citate solo con proclami sulla stampa.»
Antonio Caria