Quindici rarissime carte geografiche, vere e proprie opere d’arte esposte per la prima volta al pubblico, resteranno in mostra alla Biblioteca universitaria di Sassari, in piazza Fiume, fino al 10 novembre. L’esposizione “Carte. Isole. Confini.”, è parte del festival “Mediterranea – Culture. Scambi. Passaggi.” organizzato dall’AES-Associazioni editori sardi in collaborazione con l’Università “L’Orientale” di Napoli e la stessa Biblioteca di piazza Fiume. La mostra è stata inaugurata il 18 novembre con una tavola rotonda cui hanno partecipato la presidente dell’AES Simonetta Castia, il direttore della Biblioteca Giovanni Fiori e lo storico Antonello Mattone.
«Il mare, da sempre, non è solo un limite – ha spiegato Simonetta Castia – ma anche un invito a esplorare e mettere in relazione diverse civiltà. Questa esposizione, come il Mediterraneo, è dinamica e non statica: abbiamo prediletto documenti che danno un’idea soggettiva del mondo, superando la visione arida della classica mappa.»
Tra i pezzi esposti, anche la splendida Carta nautica del Mediterraneo, manoscritto miniato cinque-seicentesco fortunosamente recuperato all’inizio degli anni ’80 perché utilizzata per la legatura in pergamena di un ignoto volume, purtroppo priva del riquadro inferiore destro.
La maggior parte delle opere in esposizione proviene dal Fondo cartografico della Biblioteca universitaria, ed è tratta da pubblicazioni dal XVI al XIX secolo, ma è anche costituito da acquisizioni degli anni ’70-’80 volute dall’allora direttrice Lalla Sotgiu Cavagnis: «Restaurate nel 2003, saranno presto valorizzate anche attraverso i portali del Ministero della Cultura», ha spiegato il direttore dell’ente Giovanni Fiori. La più antica del Fondo, “Sardinia Insula”, risale al 1550 ed è opera di Sigismondo Arquer. Alcuni pezzi provengono invece da collezioni private.
Un lungo viaggio attraverso le carte dell’isola è stato infine compiuto da Antonello Mattone, che ha raccontato l’evoluzione della cartografia in specifica relazione con la Sardegna. «Questi documenti – ha detto lo storico – erano funzionali alle rotte commerciali, tanto che in alcune vengono riportati non solo i tragitti più brevi tra i porti principali, ma anche gli approdi sicuri dove le navi potevano trovare riparo in caso di emergenza. Nelle carte più antiche, dei portolani quasi “stradali”, vengono citate solo le coste, necessarie per la rivoluzione commerciale del Medioevo. Alcune di queste, come i capolavori di Jacques Pétré, ingegnere reale alla corte del re di Francia Luigi XIV, erano incredibilmente realistiche e definite, quasi delle fotografie, da essere conservate sottochiave e non stampate perché i dettagli erano descritti con tale precisione da essere considerati segreti militari».
Accanto alle carte originali, l’esposizione propone una breve rassegna delle riproduzioni di alcuni manoscritti miniati su pergamena provenienti dai fondi della Bibliothèque nationale de France. La mostra, progettata graficamente da Stefano Serio, resterà visitabile alla Biblioteca Universitaria fino al 10 novembre prossimo.