Lo ha detto Silvio Lai, deputato del Pd che ha partecipato all’incontro svoltosi alla Portovesme srl promosso da Confindustria sull’industria energivora del Sulcis e del Sud Sardegna.
«Le peculiarità della Sardegna, anche dal punto di vista della collocazione geografica, sono sotto gli occhi di tutti e le istituzioni regionali e nazionali non possono girarsi dall’altra parte – ha aggiunto –. Servono decisioni immediate da assumere a Cagliari ma anche a Roma per intervento del Governo e del Parlamento. Già durante la conversione del decreto Aiuti quater e con la successiva legge di bilancio si possono, se ci sarà una volontà trasversale unanime, trovare soluzioni alle criticità. Non si chiede qualcosa in più rispetto all’industria energivora del resto d’Italia ma di mettere l’industria sarda nelle stesse condizioni a fronte di palesi disparità. Ed anche la Regione uscendo da un torpore cronico dovrà sostenere i parlamentari sardi nell’iniziativa emendativa che dovrà essere adottata con l’auspicio che vi sia unità d’intenti e non frazionismo deleterio. La Regione al contempo dovrà fare la sua parte mettendo a punto, finalmente, un adeguato piano energetico regionale, recuperare i ritardi accumulati su molte questioni ed evitare, come successo per l’ok improvvido al cavo di Terna, di fare scelte che non hanno avuto o non avranno alcun vantaggio per i nostri territori.»
«A Portovesme abbiamo toccato con mano cosa potrebbe accadere all’azienda leader mondiale nel commercio di materie prime non ferrose. Occorre dare stabilità all’impresa e non rincorrere continuamente emergenze che mettono in discussione la produzione e mettono a rischio decine di migliaia di posti di lavoro, tra diretto ed indotto che al più si trasformano in cassa integrazione. Le bollette sono drasticamente aumentate e il default è prossimo se non si interviene con sostegni e misure strutturali – ha concluso Silvio Lai -. C’è da farlo ora e i due provvedimenti economici in discussione in Parlamento entro la fine dell’anno sono l’occasione per ridare fiato a tutta l’industria sarda e garantire la dignità del lavoro a migliaia di cittadini.»