Si chiama Progetto Lakesos e mira alla valorizzazione e alla promozione dell’offerta di servizi turistici dei territori del Logudoro e Meilogu grazie ad una rete di imprese locali operanti nella ricettività, nella produzione di prodotti tipici e artigianali e servizi. L’iniziativa, che punta sulla presenza di diversi attrattori turistici come la Valle dei Nuraghi, il compendio del lago Coghinas, il circuito delle chiese romaniche e altri siti di grande interesse, è stata presentata venerdì 2 dicembre a Borutta nella sala dell’Ex Asilo del Comune, nel corso Trieste.
«Il progetto Lakesos otterrà il massimo sostegno da parte della provincia di Sassari». Lo ha affermato a nome dell’amministrazione Salvatore Saba secondo cui “la Provincia darà tutto il supporto possibile, mettendo a disposizione la sua intera struttura, perché siamo convinti che fare rete sia il futuro”. Un concetto ribadito anche da Marina Masala di Sardegna Ricerche: «Il progetto Lakesos è uno dei diciotto che finanziamo in tutta l’isola con una spesa complessiva di tre milioni di euro ed è già un successo vedere trecento operatori che lavorano assieme per il turismo sostenibile, sfatando il mito che i sardi non sanno cooperare per un progetto comune».
«Abbiamo sostenuto la rete Lakesos fin dall’inizio perché crediamo possa portare dei benefici e guardiamo alla sua attività con grande attenzione ed aspettative – ha dichiarato il sindaco di Borutta e presidente dell’Unione di Comuni del Meilogu Silvano Arru –. Facciamo già parte di diverse reti perché ciò è fondamentale per i territori che hanno pochi abitanti. Come amministrazione stiamo puntando molto sul turismo, grazie anche alla presenza nel nostro territorio dell’abbazia di San Pietro di Sorres, che presto sarà inserita in una rete di monasteri europei.»
Per il temporary manager di Lakesos Franco Branca «il percorso fatto finora ci soddisfa ma c’è ancora tanto su cui lavorare. Fare rete oggi è essenziale perché gli strumenti di sostegno pubblico si stanno orientando verso questa direzione mentre il supporto alle piccole imprese è limitato. Vogliamo coinvolgere ancora di più le imprese della ricettività e dell’agroalimentare. L’impegno delle imprese però da solo non basta, serve anche quello degli enti pubblici e del sistema bancario».
Nel corso dell’iniziativa hanno preso la parola anche i rappresentanti di alcune imprese aderenti alla rete come Maria Grazia Gambella, vice presidente di Lakesos e presidente della cooperativa La Pintadera che dal 1991 gestisce il nuraghe di Sant’Antine («Fare rete nel turismo non è semplice né scontato ma noi ci crediamo»), Elena Chessa dell’agriturismo Pedru Caddu di Tula («Siamo dentro Lakesos perché crediamo nelle potenzialità del territorio») e Giuseppe Piras presidente della società Acqua Santa Lucia («Lavoriamo nel territorio da 127 anni ed abbiamo già beneficiato in passato della collaborazione con altre imprese della zona»).
Dopo la presentazione del progetto di comunicazione da parte di Sandro Usai della società Ablativ e di Valentina Sanna di Smart srl, l’iniziativa (moderata dalla giornalista Carla Mura) è stata chiusa dal giornalista e studioso di turismo Carlo Cambi che, collegato in videoconferenza, ha rivolto a Lakesos i suoi «complimenti per l’entusiasmo e per la volontà di mettere in campo, in un periodo di crisi come questo, un progetto di rete così ambizioso». Per Carli il futuro è nella «segmentazione del target, con particolare interesse ai turisti che amano la natura e vogliano fare un’esperienza completa di ciò che il territorio offre, dall’archeologia al patrimonio culturale, fino all’enogastronomia, tutte potenzialità che sono presenti nel territorio della Rete Lakesos».