Crolla del 40 per cento la produzione di pomodoro da industria in Sardegna. A sottolinearlo è Coldiretti Cagliari che rimarca come «Il caro prezzi e la concorrenza estera stanno rendendo anti economica la sua produzione.»
«Il caro prezzi purtroppo decide il nostro piano colturale – afferma Giuseppe Onnis, presidente di Coldiretti Samassi e produttore di pomodoro da industria -. In Sardegna, pur non essendoci una filiera strutturata funziona ugualmente grazie ad un rapporto consolidato negli anni fondato sulla fiducia e rispetto reciproco tra gli agricoltori e la Casar che chiude la filiera con trasformazione e vendita. Anche quest’anno, infatti, non si è tirata indietro davanti alle difficoltà che stiamo riscontrando anticipando il pagamento della materia prima di un mese, a ottobre piuttosto che a novembre come contrattato, ed inoltre per scelta ha portato autonomamente il prezzo da 14 euro al quintale a 15 euro, come del resto era avvenuto anche lo scorso anno quando l’aumento fu di 30 centesimi, da 12,20 euro a 12,50. Ma l’aumento incontrollato dei costi riguarda tutti, sia chi produce ma anche chi trasforma e commercializza per questo abbiamo deciso a monte di ridurre le quantità garantendo la presenza del prodotto locale ma, allo stesso tempo, anche la sopravvivenza di tutti gli attori della filiera.»
«È un settore sul quale stiamo lavorando per arrivare a strutturare dei veri accordi di filiera, che sono già presenti di fatto, consentano di rilanciarlo – afferma il presidente di Coldiretti Cagliari, Giorgio Demurtas -. Abbiamo clima e terra adatta alla produzione ed abbiamo anche tradizione. Purtroppo, si scontano momenti difficili dal punto di vista economico per il caro prezzi e la concorrenza agguerrita che stanno mettendo in seria difficoltà la filiera.»
Antonio Caria