Una serie di proposte presentate dalla CISL sarda nel corso dell’Audizione in III Commissione consiliare ed illustrate dal Segretario Generale, Gavino Carta, alla presenza anche dell’Assessore regionale del Bilancio, nella seduta del 29 Dicembre, sul DDL sulla manovra Finanziaria 2023-2025 della RAS.
Pur non essendo ancora disponibile la documentazione di dettaglio, la CISL sarda, nello spirito di confronto costruttivo che la contraddistingue, ha inteso ribadire in questo modo la necessità di indirizzare al meglio le poche risorse disponibili (200-250 milioni di euro secondo quanto indicato dal rappresentante della Giunta regionale) verso interventi in grado di ridurre gli impatti della transizione verde sulle categorie vulnerabili, piccole e medie imprese e famiglie; favorire e sostenere l’occupazione, in particolare di giovani e donne; prevedere investimenti più efficaci e inclusivi nella formazione e nel miglioramento del livello delle competenze; favorire la patrimonializzazione delle PMI, in primis quelle che sostengono investimenti per accrescere la propria competitività, mantenendo e rafforzando l’occupazione.
Ed ancora, rafforzare ed integrare, al contempo, le misure che favoriscano il recupero delle liste d’attesa della sanità, anche attraverso la sperimentazione di nuove modalità organizzative, il finanziamento alle borse di studio e corsi di specializzazione per infermieri ed OSS, un opportuno adeguamento del Fondo per la non autosufficienza, della legge 162/98, del Fondo regionale per la povertà.
E ancora prevedendo ulteriori risorse per l’efficienza e sicurezza delle strutture scolastiche, l’implementazione del tempo pieno e il sostegno al dimensionamento scolastico.
Al contempo, la CISL, nel corso dell’audizione, ha formulato delle prime osservazioni alla Legge di Stabilità, in particolare per quanto attiene agli articoli dedicati al lavoro, evidenziando il limitato rifinanziamento del Fondo Lavoro in Sardegna e la mancata previsione del programma LavoRas.
Dubbi e riserve sono stati sollevati in merito alla genericità del programma di politiche attive (manca una chiara definizione delle priorità o interventi), la poco chiara correlazione con analoghi interventi del PNRR e l’assenza di una chiara indicazione delle risorse regionali (questo in analogia con il cofinanziamento dell’apprendistato).
E’ stato inoltre sollevato il problema di alcuni interventi (politiche attive del lavoro e investimenti per la transizione energetica) che verrebbero finanziati con risorse della politica di coesione 2021-2027 e che quindi non necessitano, per la loro attuazione, di una norma finanziaria.
In particolare, per quanto riguarda gli interventi per la transizione energetica di imprese e famiglie vengono indicate autorizzazioni di spesa per il solo anno 2023, laddove invece si tratta di interventi che dovrebbero avere un “respiro” più strutturale ed essere prioritariamente orientate alle imprese che presentano i maggiori impatti energetici ed emissivi e alle imprese e famiglie più vulnerabili.
«La CISL Sarda – ha affermato Gavino Carta – pur in tempi ristretti e in carenza della documentazione di supporto, ha ritenuto comunque opportuno presentare proposte concrete come base della discussione avviata con la Giunta ed ora con il Consiglio. Ha però ribadito l’esigenza che un atto cosi rilevante del governo regionale, non possa prescindere da un confronto ampio ed aperto con le parti sociali, sin dalle sue prime battute, basato non solo su una trasparente conoscenza delle poste contabili, ma preceduta anche da una presa d’atto della grave crisi sociale ed economica presente, dall’aggravarsi dei problemi determinati dalla mancanza di lavoro e dall’avanzare del fenomeno della povertà, ricercando quindi la condivisione delle priorità, degli obiettivi ed interventi più opportuni, da inserire negli atti fondamentali di governo della Regione: il programma Regionale di sviluppo, il documento di economia e finanza e la legge di bilancio. Come CISL ribadiamo quindi l’esigenza prioritaria che il confronto sulla Legge finanziaria 2023-2025 non sia relegato ad un semplice atto consuetudinario, non solo per le ragioni esposte prima, ma anche perché si tratta della manovra destinata a raccordarsi con l’avvio della programmazione dei fondi europei 2021-2027 e con la piena operatività del PNRR e Piano di Sviluppo e coesione 2021-2027.»
«Al contempo – ha proseguito il segretario generale della CISL sarda – non possiamo non rilevare come la “massa manovrabile” sia fortemente pregiudicata dall’allargarsi della forbice tra spese sanitaria, del trasporto pubblico locale e continuità territoriale ed entrate frutto degli accordi tra Stato e Regione intercorsi in questi ultimi 15 anni, che risentono della diversa dinamica dei consumi a cui fanno riferimento, immobilizzando nel loro complesso circa la metà dell’ammontare delle risorse del bilancio regionale. Come CISL sarda riteniamo quindi indispensabile che il tema di un riequilibrio delle spettanze di fonte statale della Regione Sardegna a fronte dei maggiori oneri sostenuti sia da affrontare in maniera decisa nell’interlocuzione con il Governo”, aprendo una forte azione vertenziale per riallocare sul versante nazionale il finanziamento di settori fondamentali come la Sanità, il trasporto pubblico locale, la continuità territoriale, settori questi sottoposti a stretta attività regolatoria da parte del Governo nazionale ed interamente a carico della Regione. Rivendicazione quest’ultima, tanto più necessaria ed opportuna se raffrontata al tema delle pari opportunità da riconoscere alla Sardegna in linea con i contenuti le, norme e le risorse che dovrebbero sostanziare il pieno riconoscimento degli svantaggi derivanti dalla insularità, nel concreto riconoscendo la autonomia impositiva alla regione, ma recuperando il finanziamento da parte del governo di settori imprescindibili per l’affermazione di primari diritti di cittadinanza di tutti sardi. In ultimo, per recuperare efficacia dell’azione di governo della regione occorre con urgenza imprimere una forte accelerazione della capacità di spesa delle risorse, che insieme ad una buona programmazione degli interventi, può davvero e in maniera tangibile determinare condizioni di promozione dello sviluppo, del lavoro e della inclusione sociale, cosi attesi dai cittadini Sardi in tutte le comunità dell’isola.»