E’ il turno della Sardegna per la presentazione dell’app BullyBuster messa a punto dai ricercatori degli atenei di Cagliari, Napoli, Foggia e Bari. L’apripista è il Liceo Motzo di Quartu Sant’Elena. Per l’Università di Cagliari il referente scientifico è il professor Gian Luca Marcialis.
Sul sito www.bullybuster.unina.it è possibile richiedere l’inserimento nel “BullyBuster tour”, in presenza o in remoto. Possono farne richiesta i docenti ed i dirigenti scolastici.
Nell’istituto quartese saranno coinvolte nove classi di quinta superiore, che saranno guidate dal professor Gian Luca Marcialis e dalla dottoressa Giulia Orrù dell’Università di Cagliari, dalla professoressa Grazia Terrone (delle Università di Foggia e Tor Vergata), dalla dottoressa Michela Gravina (dell’Università Federico II, Napoli) e dall’ingegner Vincenzo Gattulli (dell’Università di Bari).
Una semplice app installata nei cellulari o sui pc permette di segnalare comportamenti, frasi, video, foto, interventi in chat o altro che possa essere ricondotto, con verifiche di diverso livello, ad azioni di bullismo o cyberbullismo. Segnalazioni che possono essere monitorate sui singoli device, elaborate da un sistema di intelligenza artificiale in grado di allertare le famiglie, le autorità scolastiche e, nel caso, anche le forze dell’ordine. Il sistema è in grado di rilevare autonomamente movimenti sospetti tra la folla, rivelare episodi di stalking e prepotenze, distinguere espressioni verbali e facciali aggressive (oppure casi di deep fake facciali, in immagini, foto o video, manipolate sostituendo i visi persone). D’altra parte le segnalazioni, in forma anonima, possono essere inserite nell’app direttamente da chi assiste o ha notizia di comportamenti anomali o contenuti multimediali illeciti, per essere poi sottoposte ad opportune valutazioni.