Firenze, Alghero, Milano, Verona: sono queste le tappe che segnano la volontà precisa di una Sardegna che si presenta nei mercati internazionali con marchio unico regionale. Un marchio composto di tante peculiarità, di tante specificità locali con un denominatore comune la sostenibilità.
La Sardegna è una terra che può catalizzare grandi interessi. Non mancano le ragioni per cui preferirla per un viaggio, per trasferirsi come scelta di vita, per acquistarne i prodotti del mondo rurale ancor più se di questa terra, si impara a conoscere il senso più profondo della storia e delle testimonianze del passato che ne rendono così unico e denso di significato il paesaggio e la vita.
Sarà anche per questo motivo che sempre in più occasioni, la Sardegna si presenta agli appuntamenti internazionali come marchio unico. Un’isola sempre meno frazionata in campanilistici particolarismi, decisamente poco in sintonia con le esigenze che il mercato richiede.
La domanda è caratterizzata sul bisogno di unicità e servizi armonizzati con il territorio, per viaggiatori e clienti esperti di un terzo millennio globalizzato e globalizzante.
Ha iniziato il calendario degli incontri primaverili, il Salone dell’Archeologia e del Turismo Culturale di Firenze, il tourismA 2023, nel quale la Sardegna ha indiscutibilmente dominato la scena.
Allestimento imponente, in uno stand strategicamente di passaggio obbligato con immagini d’effetto quest’anno trasmesse anche in un mega led wall nel quale sono scorse per i tre giorni di salone, le suggestioni ed il fascino dell’archeologia e della storia, delle tradizioni e dei percorsi religiosi che del medioevo sardo hanno lasciato testimonianze di un romanico unico in Europa.
Hanno deciso di presentarsi compatti aderendo agli spazi coordinati dalla Carlo Delfino Editore, per il nono anno consecutivo supporto operativo della Regione Sardegna, Assessorato al Turismo, alcune delle realtà più strutturate del panorama sardo: la Fondazione Mont’e Prama con i suoi progetti di ricerca ed internazionalizzazione che stanno rendendo i grandi giganti di pietra, monumenti iconici di tutta l’archeologia sarda, il grande medioevo giudicale sardo che la Fondazione Isola del Romanico con i suoi oltre 150 monumenti già censiti ed i 70 comuni aderenti propone negli itinera romanica, veri e propri percorsi compositi di archeologia, storia, religiosità e paesaggio: il Menhir Museum di Laconi, promotore e capofila delle Rete Nazionale delle Statue Stele Menhir che vedono la Sardegna non ancora costruttrice di nuraghi, proiettata in una realtà religiosa ed scultorea che unisce preistorie di luoghi lontani, uniti in rete per studiare e promuovere meglio queste realtà.
Coesi e decisi si sono poi presentati i comuni dell’Unione dei Comuni della Trexenta promotori di storie individuali e territoriali di una Sardegna lontana dai flussi canonici di turistici e pronta ad accogliere quanti scelgano una Sardegna più intima.
Per la seconda annualità, si è presentata a Firenze anche la neonata rete di imprese culturali e di gestione di musei e aree archeologiche SMART: Siti e Musei Archeologici in Rete col Territorio: ventuno imprenditori operanti a vario titolo nel mondo dell’archeologia che ogni giorno sono non solo guide, ma custodi, numi tutelari del bene archeologico che gestiscono ma anche promotori di relazioni con il territorio tali da consentire l’ideazione e creazione di pacchetti turistici personalizzati, in soggiorni unici e con percorsi naturali del tutto originali.
Solo chi conosce e vive il territorio ogni giorno, riesce a poter calare il visitatore che sceglie quella meta, in una realtà d’esperienza che risponde nel vivo e nell’anima alle aspettative del viaggiatore.
A Firenze, come ad Alghero, come a Milano e Verona, la Sardegna parla di identità. Promuove un’identità variegata nelle soluzioni di prodotto che offre ma che, in fondo, corrisponde ad un unico marchio “Sardegna” ed all’obiettivo comune di catalizzare viaggiatori o acquirenti di prodotti non di massa.
La Sardegna è pronta ad accogliere ed a vendere prodotti che siano di qualità, di identità non replicabile in scala globale o industriale. La Sardegna sceglie un turismo di qualità che è pronta ad accogliere in luoghi in cui la qualità e non i numeri sono il principio di riferimento, così come la qualità e non il numero delle bottiglie va il buon vino o il buon olio.
Si deve lavorare ancora molto perché unicità e identità siano supportati da trasporti e servizi che rendano agevole e possibile la scelta della Sardegna; perché i costi non siano per una élite viziata che non alla ricerca dell’accoglienza confortevole e genuina di piccole strutture in piccoli borghi.