Il problema delle cavallette è una piaga che da alcuni anni sta interessando alcune aree della Sardegna centrale. Un fenomeno che ha interessato anche il territorio di Noragugume. Per questo abbiamo rivolto alcune domande alla sindaca Rita Zaru.
Il territorio comunale da lei amministrato è tra quelli che ricadono tra quelli colpiti dall’emergenza cavallette. Come è ora la situazione?
«La situazione è abbastanza critica: è iniziata la schiusa delle uova, il territorio da me amministrato è una delle zone più colpite dalle ovideposizioni, quindi da una notevole quantità di grillare. Per fortuna, nel territorio di Noragugume è presente la centrale operativa per la lotta alle cavallette. Si tratta di una postazione stabile, con la presenza degli uomini di Laore, quelli di Forestas, che si occupano dello scouting del territorio. Le schiuse vengono segnalate tramite un app che geolocalizza, con precisione la posizione, in modo tale che gli uomini della “Nuova Prima” che si occupano della disinfestazione possano intervenire quanto prima e procedere all’eliminazione delle cavallette. C’è molta apprensione, perché dal primo risultato delle disinfestazioni dipenderà il successo dell’intera campagna. La disinfestazione delle cavallette è possibile soltanto nella prima fase della schiusa, quando non sono dotate di ali, perché nel momento che ciò avviene, è quasi impossibile eliminarle.»
A suo parere il problema è stato sottovalutato? Si poteva fare di più?
«Il problema è stato sottovalutato, in quanto nel 2019, il primo anno del fenomeno, nessuno si è occupato di adottare provvedimenti per evitare che vi fosse una riproduzione abnorme di queste cavallette. Non si è proceduto a nessun tipo di disinfestazione. Negli anni successivi sono state richieste alla Regione le risorse necessarie. Dopodiché, sono state fatte le richieste per avere un numero consistente di uomini idoneo per affrontare il problema. Questo è il primo anno vero e proprio di lotta seria.»
In questi giorni l’assessora regionale dell’Agricoltura è stata nel territorio, inaugurando, proprio a Noragugume, una sorta di centro di controllo dell’emergenza…
«Sì, più precisamente nei locali del solare termodinamico di Enas. Lì vengono coordinate le operazioni. La centrale operativa è dotata di moderne tecnologie, schermi giganti in grado di raccogliere le segnalazioni che arrivano dal territorio. Gli uomini che si occupano dello scouting, quindi delle prime schiuse delle cavallette, geolocalizzano la posizione mandando un segnale alla centrale operativa dove ci sono delle mappe, in modo tale da poter inviare in loco i disinfestatori.»
Con la schiusa, c’è il pericolo che le aziende agricole subiscano danni. Ne sono stati già segnalati?
«C’è pericolo che le aziende subiscano dei danni se la quantità delle cavallette continua ad essere così considerevole. Una cavalletta depone anche 70 uova, sono animali voraci che si nutrono di cibo quasi in quantità quattrocento volte il loro peso, soprattutto quando si avvicina il periodo della riproduzione. In un’ora e mezza radono al solo intere colture, anche ortive. I danni sono stati stimati in circa 25 milioni di euro annui. In questa annata danni non ne sono stati ancora segnalati perché le uova si sono appena schiuse.»
Il suo appello alla Regione.
«Che ci sostenga in questa dura battaglia che vede l’intera media valle del Tirso, ma soprattutto il centro Sardegna, in ginocchio. È stata messa in ginocchio un’intera categoria, soprattutto agricoltori e allevatori, con gravissime conseguenze. Siamo in un periodo storico particolare, una congiuntura economica sfavorevole, con un innalzamento dei costi dovuto alla crisi energetica. Sicuramente avere un raccolto interamente raso al suolo e ed essere costretti a dover acquistare dei mangimi che hanno costi esorbitanti ha eroso gli utili che possono essere realizzati in un’azienda agricola. Questo è il quinto anno che si verifica il fenomeno delle cavallette, molte persone sono state costrette a mettere mano ai propri risparmi con un consistente rischio di chiusura di alcune aziende che non sono in grado di sostenere questi costi. Ricordo che la media Valle del Tirso è una zona fortemente deindustrializzata a causa della crisi che si è verificata nel polo industriale di Ottana. C’è stata una nuova presenza di giovani in agricoltura, ma questo fenomeno delle cavallette ha riportato la zona del centro Sardegna in una situazione di grande preoccupazione.»
Antonio Caria