Come ogni anno l’8 luglio è la giornata internazionale del mare, la cui ricorrenza vuol essere sempre più un richiamo alla salvaguardia del mare nel pieno rispetto di tutte le normative che devono essere rispettate.
“Mare Nostrum”, così gli antichi romani chiamavano il Mediterraneo che indubbiamente, per tanti paesi, era certamente fonte di ricchezza e storia.
Questa ricorrenza ha un duplice significato, perché per un verso è rivolta al ricordo di quanti hanno perso la vita, dai migranti ai pescatori, a tutte quelle persone che proprio nel mare avevano trovato il lavoro; dall’altra è un richiamo affinché sia tenuto alto il livello di attenzione internazionale sui problemi geo-politici che affliggono l’area.
Ci pare doveroso ricordare, a questo proposito, le innumerevoli verifiche di “Goletta Verde” che, a supporto dello stato di salute del nostro mare, ha fornito dati interessanti che ne attestano lo stato di salute.
Un altro aspetto che è bene ricordare è la pesca incontrollata, per sostenere una pesca controllata e sostenibile.
Altro problema fondamentale, di estrema importanza, è la crescente presenza della plastica che ormai «ha colonizzato buona parte del Mediterraneo».
Da più parti si è levato alto e forte l’allarme da scienziati e specialisti del settore che hanno tracciato le linee guida per interventi mirati e concreti.
Occorre scuotere le comunità e, soprattutto, i vari governi, ad affrontare le problematiche che il nostro “Mare Nostrum” sta attraversando ed è necessario intervenire celermente perché il tempo disponibile è limitato.
Un ringraziamento particolare va rivolto a tutti coloro che hanno prestato la loro opera nella salvaguardia della salute del Mare Mediterraneo.
Armando Cusa