77 associazioni folkloristiche, 3mila persone coinvolte e circa 170 cavalieri. Sono questi alcuni dei numeri della 367ª Festa di Sant’Efisio che si svolgerà dall’1 al 4 maggio.
Il giorno in cui la religione incontra le tradizione, con il simulacro del “martire guerriero”, che nel 1652 liberò l’Isola dalla peste portato in processione fino a Nora, accompagnato da carri, cavalieri e fedeli. Un cammino di otre 80 chilometri a piedi per sciogliere un voto che unisce uomini e donne di ogni età provenienti da tutta la regione.
L’evento proporrà la consueta e consolidata solennità e il più rappresentativo patrimonio etnografico del territorio regionale e i canti dei rosari dei devoti a piedi, le sonorità delle launeddas e sulittus nelle funzioni religiose, le tradizioni equestri. Saranno 20 le traccas, provenienti da Capoterra, Domusnovas, Elmas, Guasila, Mogoro, Pula, Quartu Sant’Elena, Quartucciu, Sant’Antioco, Sarroch, Sestu, Settimo San Pietro, Sinnai e Villa San Pietro.
A scortare il santo quattro plotoni di Miliziani a cavallo che porteranno le bandiere dell’Arciconfraternita e dei quartieri di Stampace, Marina e Villanova, oltre a 4 binomi dell’Esercito Italiano in divisa ottocentesca per 60 unità.
Animeranno musicalmente la processione i suoni delle launeddas di 5 formazioni di strumentisti per complessivi 60 musicisti provenienti da Assemini, Maracalagonis, Monserrato, San Gavino Monreale e Villaputzu.
«Siamo pronti per sciogliere il voto che Cagliari fece a Sant’Efisio nel 1652 per essere liberata dalla peste. La festa è sempre uguale, ma sempre diversa. La processione dell’1 maggio è la punta dell’iceberg di un’attività preparatoria che dura tutto l’anno. Sempre nel segno della fede, della devozione e della tradizione», ha detto Andrea Loi, presidente Arciconfraternita del Gonfalone.
L’Alternos sarà il consigliere comunale Roberto Mura.
Antonio Caria