Sale la preoccupazione dei comuni della provincia di Oristano per l’aumento della tariffa per lo smaltimento della frazione del secco dei rifiuti solidi urbani. Dall’inizio del 2023, infatti, si è passati da 184 a 292 euro a tonnellata, con un incremento del 54%.
«Un aumento insostenibile che mette a repentaglio la tenuta dei bilanci comunali e la pazienza dei cittadini – hanno detto i sindaci della provincia e i consiglieri regionali -. Occorre un impegno urgente della Regione per far fronte a questo problema.»
Sono stati il presidente del Consorzio, Gianluigi Carta, e il direttore, Marcello Siddu, a spiegare agli amministratori locali in che modo si è giunti all’aumento della tariffa per lo smaltimento del secco e quali siano le possibili soluzioni che al momento si presentano.
«Il Consorzio quale ente pubblico a servizio delle comunità locali, consapevole della difficoltà per i Comuni di far fronte a tale aggravio tariffario, si è attivato per individuare possibili soluzioni idonee a limitare questo incremento – ha detto il presidente del Consorzio, Gianluigi Carta -. Abbiamo richiesto alla Regione un sostegno finanziario per la copertura dei costi di investimento sostenuti dall’Ente, in maniera da poter eliminare dalle tariffe di smaltimento la componente necessaria alla copertura degli ammortamenti. In questo modo si potrebbe ottenere un significativo contenimento della tariffa del secco residuo, stimato per l’anno 2023 in circa 80 euro per tonnellata e con effetti positivi anche per gli esercizi futuri, quando il rifiuto secco residuo dovrà essere conferito al termovalorizzatore di Macchiareddu.»
Antonio Caria