“Sardegna Borghi e Feste” è il titolo della nuova guida del quotidiano “La Repubblica”.
«C’è una Sardegna che va oltre la consuetudine – spiega il direttore della Guida, Giuseppe Cerasa -. Che sbalordisce anche se si parla preferibilmente di terra e non di mare, anche se si preferisce la tradizione storica, profondamente radicata nello spirito del popolo sardo e non attaccata ai riflettori della mondanità e al luccichio di stelle e lustrini. C’è una Sardegna meno volatile che resiste tutto l’anno e non è schiava dei riti modaioli dell’estate spesa per forza a venerare il Dio Sole. Questa Sardegna ha il nome di decine di borghi che vivono di fatica, di tradizioni, di lavoro, di terra, di artigianato, di bellezze storiche e monumentali, di cibi genuini legati alla più antica tradizione del suo fiero popolo, di dimore di charme, di vini e prodotti incredibili. Tradizioni che resistono e che in diversi casi vengono rafforzate con la forza di chi non intende rinunciare ad una forma di bellezza meno volatile e più solida.»
Sono 35 i borghi presi in esame. Spazio anche alle antiche tradizioni sarde: la Discesa dei Candelieri, il Carnevale di Mamoiada e quello di Bosa, Sa Sartiglia, l’Ardia di San Costantino, la Corsa degli Scalzi, la Cavalcata Sarda, e tante altre.
Un altro capitolo approfondisce i prodotti tipici e alle eccellenze enogastronomiche della regione: i dolci, il vino, l’olio, i formaggi e le ricette degli chef. Infine spazio ai ristoranti, alle botteghe del gusto e ai luoghi dove dormire.
Antonio Caria