Gli Scalzi questa mattina hanno percorso di corsa i sette chilometri che separano la cittadina di Cabras dal Santuario di San Salvatore nell’omonimo novenario campestre. Più di sette chilometri tra asfalto e sterrato percorsi a piedi nudi da centinaia di fedeli vestiti di bianco. La processione in corsa è il momento più atteso ma è solo una parte dalla grande Festa in onore di San Salvatore, un importante momento di devozione che ogni anno rivive e trova consacrazione tra le polverose strade del Sinis.
«Siamo immersi dentro una grande tradizione religiosa, la nostra storia, cultura, fede; questa festa esprime pienamente l’identità della comunità di Cabras. È un momento di profonda intimità, una preghiera che si realizza in modo unico, con una processione di corsa che costituisce un sacrificio personale per ogni corridore. Il segreto di questa manifestazione è il trasporto popolare e il successo della sua realizzazione ė dato dall’Unione e collaborazione di tutti coloro che si impegnano per portare avanti con serenità una tradizione religiosa celebre in tutta la Sardegna», ha ha detto il sindaco Andrea Abis.
La giornata della “corsa” inizia presto a Cabras. Era ancora buio questa mattina, quando le prime luci, nelle case dei curridoris si sono accese. Alle 6.00, puntuali come ogni anno, vestiti con il tradizionale saio bianco i fedeli si sono dati appuntamento nella chiesa parrocchiale di Cabras. Terminata la funzione si sono mossi in direzione della partenza in via Tharros, dove, coperta la teca che protegge il simulacro del Santo, hanno atteso l’esortazione alla partenza di “tziu Antoni Obinu“, uno dei decani della corsa: “Baxi in nomine ‘e Deus!”.
È il segnale. Spinti dalla passione, dalla dedizione e dalla volontà di sciogliere il proprio personale voto al Santo, più di ottocento “curridoris”, a piedi nudi, hanno scortato la Sacra effigie di corsa verso la chiesetta di San Salvatore.
«Per noi la processione-corsa degli scalzi è come se fosse la Pasqua, un appuntamento di fede e devozione fortissima nei confronti del Salvatore. L’associazione nasce proprio per preservare il senso più vero della fede che ci è stata tramandata. Oggi abbiamo vissuto il momento che attendevamo di più, abbiamo percorso il cammino del Santo, che rappresenta il cammino della vita. Domani procederemo per completare il nostro dovere e riportare San Salvatore a Cabras», ha affermato Alessio Camedda, presidente dell’associazione Is Curridoris.
Tra invocazioni, sudore e sacrificio, il lungo cordone preceduto dal portabandiera e dai componenti della muda estratta a sorte per l’arrivo al villaggio è arrivato al novenario campestre di San Salvatore prima delle nove, dopo tre quarti d’ora di corsa e di passione. Qui, protetto e venerato, Santu Srabadoi, rimarrà fino a domenica 3 settembre, quando di sera verrà riaccompagnato verso la sua casa di Cabras.
La festa a San Salvatore proseguirà per tutta sera tra preghiere, canti, brindisi di Vernaccia, degustazioni (alle 19:30 nella piazza del villaggio si svolgerà la sagra del muggine) e musica con il concerto, in programma alle 21.30, di NeonElio, gli Istentales e i Tenores di Neoneli
L’evento è organizzato dal comune di Cabras con il contributo finanziario dell’Assessorato al Turismo della Regione Sardegna, del Comitato dei festeggiamenti di San Salvatore e la collaborazione dell’Associazione Is Curridoris, dell’Associazione Santu Srabadoeddu e dell’Associazione Enti Locali per lo Spettacolo.