«Dal 2019 ad oggi nei reparti di Ortopedia e Traumatologia dell’area vasta di Cagliari sono stati tagliati 24 posti letto. È il frutto della chiusura dell’Ospedale Marino e della riorganizzazione delle unità operative durante la pandemia, che ha reso necessario reperire posti da destinare ai pazienti Covid. Ma il numero di posti letto di Ortopedia prima dell’emergenza sanitaria (108 in totale, suddivisi tra l’Arnas Brotzu, il Santissima Trinità, la Clinica ortopedica universitaria e l’Ortopedia e Microchirurgia ricostruttiva dell’Ospedale Marino) risultava già ampiamente inferiore rispetto sia agli standard previsti dalla legge (DM 70/2015) che alla delibera della Giunta regionale del 4/12/2018, che prevedono per l’area vasta di Cagliari 132 posti letto di Traumatologia e Ortopedia nelle strutture pubbliche. Oggi, invece, se ne contano 81 (di cui 7 brande).
Rispetto agli standard, dunque, a Cagliari mancano 51 posti letto, e la situazione è destinata a peggiorare: a breve, infatti, chiuderà il reparto di Ortopedia 2 dell’Arnas Brotzu.»
A denunciare questa situazione è il sindacato dei medici CIMO.
«Si tratta di una situazione insostenibile – commenta Emanuele Cabras, rappresentante CIMO presso l’Arnas Brotzu – poiché l’area vasta di Cagliari rappresenta non solo il punto di riferimento per patologie complesse, ma anche il paracadute per coloro che non trovano risposte nelle strutture delle province limitrofe. Il tasso di occupazione dei posti letto all’Arnas Brotzu nel 2022 risultava pari al 125% e nei primi mesi del 2023 al 110%, con un conseguente sovraccarico di lavoro notevole per il personale sanitario e l’aumento del rischio di complicanze e di errori clinici. È impensabile immaginare di far fronte ad un tale flusso di pazienti riducendo ulteriormente i posti letto.»
«Abbiamo chiesto un incontro con la direzione ospedaliera al fine di analizzare la situazione e di individuare possibili soluzioni che possano far fronte alle necessità del personale e alle esigenze dei pazienti. Ci auguriamo dunque di essere convocati rapidamente per risolvere un problema che rischia di ripercuotersi in modo drammatico sulla tutela della salute dei cittadini», conclude Emanuele Cabras.