Si comincia sabato 23 con un nuova produzione della rassegna, “Atòbius e acàpius“, con un cast di artisti provenienti da tre diverse regioni – Umbria, Salento e Sardegna – ma che condividono la medesima passione per lo studio e la reinterpretazione del ricco patrimonio tradizionale delle rispettive terre d’origine. Ecco dunque la voce e l’espressione linguistica e musicale dell’umbraLucilla Galeazzi, laziale d’adozione, cantante e chitarrista, da oltre quarant’anni ambasciatrice nel mondo, in prestigiose formazioni, del canto popolare italiano; ecco poi la forza linguistica e musicale del duo salentino composto da Enza Pagliara, storica voce della Notte della Taranta, considerata una delle più intense interpreti della vocalità salentina al femminile, e Dario Muci, cantante e ricercatore, con un repertorio per voci, tamburelli e chitarra; e, ancora, la potenza espressiva della voce e della lingua di Elena Ledda, interprete per eccellenza della musica della Sardegna; e a completare il cast, la danzatrice Viola Centi e l’Orchestra Poco Stabile di Mare e Miniere composta da Mauro Palmas (mandola), Marcello Peghin (chitarra), Marco Argiolas (clarinetto), Silvano Lobina (basso) e Andrea Ruggeri (percussioni). Coinvolgenti saltarelli, irresistibili pizziche, dillus e struggenti melodie si alterneranno a comporre un concerto che si annuncia di grande fascino.
Dalle sonorità tra Umbria, Salento e Sardegna di “Atòbius e acàpius”, a “La mia Sicilia” di Kaballà, protagonista la sera dopo (domenica 24), affiancato dal pianista Antonio Vasta e ancora dall’Orchestra Poco Stabile di Mare e Miniere. Il concerto si presenta come un omaggio del compositore e cantautore siciliano alla sua terra attraverso le sue canzoni, ma anche con letture di brani della più alta letteratura isolana. La Sicilia nella narrativa italiana del Novecento non è solo un tema, ma una realtà storica, geografica e culturale che esprime una sua specificità: i romanzi di Verga, Capuana, De Roberto sono espressione di questa sicilianità che trova continuità ed è parte vitale nelle opere successive di Pirandello, Tomasi di Lampedusa, Vittorini, Brancati, fino a Bufalino, Sciascia e Consolo. Il mondo contadino, il lavoro nelle miniere, l’ambiente borghese, i fasti e le decadenze, sono tutti elementi di un mondo che si relaziona strettamente con l’ambiente circostante: il clima, il paesaggio arido o lussureggiante, le architetture barocche e le povere case di campagna. Il viaggio immaginario di Pippo Rinaldi, in arte Kaballà, nella sua Sicilia della memoria celebra tutto questo con l’intensità della musica e delle parole nate dal grande amore per la cultura della sua terra.