Si scrive e si legge “Liberi FinalMente”. Due semplici parole, che racchiudono però un progetto e un obiettivo ben più importanti: l’integrazione con la comunità attraverso il teatro, che
diventa, ancora una volta, uno strumento di inclusione sociale. Ma non solo. Ci sarà anche la scoperta del territorio per sentirsi ancora più integrati. Si chiama, appunto, “Liberi FinalMente” il progetto proposto dal Rotary Club di Bosa, che coinvolge il centro di salute mentale del distretto sanitario di Ghilarza-Bosa e, dunque, la Asl 5 di Oristano, ma anche le amministrazioni comunali di Bosa e Tinnura. E ancora quasi una ventina di altri Rotary Club di tutta l’isola: Siniscola, Ogliastra, Macomer, Iglesias, Dorgali, Centro Sardegna-Ghilarza, Carbonia, Cagliari Sud, Cagliari Est, Alghero, Thiesi-Bonorva-Pozzomaggiore, Cagliari Nord, Cagliari, Nuoro, Sanluri-Medio Campidano, Oristano e Cagliari Anfiteatro e con il contributo della Fondazione Rotary e del Distretto 2080 Rotary International.
«Il fine ultimo è la creazione di un percorso di interazione fra gli utenti del centro di salute mentale con la collettività attraverso un progetto articolato in tre fasi – ha esordito Roberto Deiana, presidente del Rotary Club di Bosa – un laboratorio inclusivo integrato di teatro, escursioni interattive ed inclusive e un seminario finale.»
Il progetto è stato presentato durante una conferenza stampa a Bosa.
Le lezioni inizieranno nei prossimi giorni. Il laboratorio, che coinvolgerà gli utenti del centro di salute mentale di Bosa, durerà circa sei mesi e sarà diretto da Piero Obinu, regista dell’associazione culturale “Elighelande Teatro” di Scano Montiferro, con il supporto degli operatori specializzati dello stesso Csm di Bosa. Previste due rappresentazioni finali, una Bosa, l’altra a Tinnura. Gli allievi speciali impareranno a stare su un palco e a rapportarsi in maniera semplice e spontanea alla comunità. Non solo. Verranno donate anche attrezzature di diffusione sonora allo stesso centro di salute mentale anche per futuri progetti legati sempre al teatro. Il laboratorio sarà aperto anche ad altre persone, che vorranno cimentarsi in questa esperienza di inclusione.
Gli utenti del progetto parteciperanno nei prossimi mesi a uscite turistiche interattive e inclusive, che consentiranno loro di scoprire i tesori archeologi e architettonici e le bellezze ambientali del territorio con il coinvolgimento degli operatori del centro di salute mentale di Bosa, ma anche dei soci del Rotary Club di Bosa e di altri Rotary isolani, «con l’esaltazione delle nuove tecniche di mobilitazione per la salute mentale», ha aggiunto Roberto Deiana.
I risultati delle due esperienze di integrazione saranno presentate in un seminario finale, «nel quale si parlerà anche delle problematiche delle salute mentale fra i giovani – ha aggiunto Roberto Deiana – fra i relatori i rappresentanti del Rotary Club partecipanti al progetto e i medici del distretto sanitario di Ghilarza-Bosa. Fra il pubblico ci saranno anche gli alunni delle scuole del territorio».
«Il teatro è un linguaggio, che valorizza le esperienze di ciascuno, fatte di gesti ed emozioni – ha detto il dottor Antonio Mignano, referente per i centri di salute mentale dell’azienda sanitaria oristanese – nella disabilità e nel disagio psichico il teatro può colmare quella carenza di socialità, che il disturbo accentua e rende insuperabile. In questo caso l’esperienza del teatro viene adattato e revisionato secondo una pedagogia teatrale, che mette al centro la persona con la sua creatività, affinché abbandoni quella sensazione negativa di inutilità.»
«Spesso la percezione pubblica sulla salute mentale è negativa ed escludente. Noi vogliamo invece creare un ambiente inclusivo ed accessibile alle persone con disagio mentale, un luogo sicuro dove possano esplorare e sviluppare le proprie capacità creative, comunicative e relazionali attraverso l’espressione teatrale», ha concluso Roberto Deiana.