Parte ‘e Sole di Posada ha sede in una struttura storica con ampi spazi e giardini dal forte e suggestivo richiamo accogliente. Attraverso la geniale intuizione culturale del titolare e presidente dell’associazione di gestione
Peppe Sale è divenuta, negli anni, un prezioso riferimento artistico per pittori, scultori, fotografi e letterati. Numerosi anche i fruitori locali di importanti attività ricreative e musicali; seguitissimi gli stimolanti laboratori creativi d’arte e di scrittura, tenuti da noti e qualificati esperti.
Ora, avendo l’eclettico Peppe Sale raggiunto l’importante traguardo dei sessant’anni ha pensato di celebrarlo con gli amici artisti, in una memorabile esposizione d’arte che abbia richiami culturali, ideologici e di costume dei fantastici anni Sessanta.
Alla mostra, e naturalmente alla festa, hanno aderito diversi artisti con fantastiche idee e, soprattutto, con ragguardevoli opere pittoriche e scultoree da esporre e condividere con le persone speciali, conosciute nel corso degli anni di intense attività culturali e frequentate in ambito creativo ed alternativo. La mostra ‘e 60, inaugurata sabato 20, è stata visitata dalle ore 17.30 alle 20.00, fino al 24 gennaio. Gli artisti partecipanti alla mostra erano Rosetta Murru, Mimmo Abis, Michela Capra, Antonello Cosseddu, Veronica Cosseddu, Alessandra Delogu “Nama Ku”, Battista Doneddu, Redenta Loi, Laura Manca, Teresa Podda, Elisabetta Vannucci, Antonietta Zizi.
La mostra era compsta di una pregevole ed esaltante selezione di opere che percorrono le diverse interpretazioni dell’arte, per stili, forme, concezioni ideali-simboliche e di valenza emotiva o dal senso ritmico e di movimento creato dall’accostamento originale e libero dei colori.
Peppe Sale, nella presentazione della mostra, ha evidenziato la”tematica collegata alla numerologia 60” e aperto uno spiraglio su ciò che sono stati, ed ancora rappresentano, gli anni Sessanta nel senso di “rivoluzione-evoluzione”; sottolineata la presa di coscienza giovanile e le idealità generazionali di trasgressione (es.: cultura beat e look) e di conflittualità; le contestazioni operaie e studentesche alle convenzioni dello stato sociale e culturale, nel segno della creatività e di valori per una nuova socializzazione. Tutti elementi epocali che legano e influiscono attualmente sull’arte e sulle stesse opere in mostra a Posada.
Gli artisti all’evento Parte ‘e Sole: Rosetta Murru, l’energica e dinamica decana dell’arte, offre sempre l’immagine di un’artista unica e globale; estremamente moderna, fresca ed inedita in ogni sua mostra. Le opere d’astrattismo scorrono su un pentagramma poetico di simbolica sacralità di vita intesa come armonia universale, a testimonianza dei colori d’arcobaleno per l’esistenziale speranza che attinge da radici giovanili. L’astrattismo vissuto con un senso di atemporalità e di vibrante ricchezza conferito dall’intenso equilibrio cromatico. Mimmo Abis, in un trittico propone una “folla” di immagini popolari dall’impatto visivo per comunicare gli elementi sociali-culturali, caratterizzanti gli anni Sessanta. Artista noto per l’aspetto materico delle sue opere, integrate con elementi originali nella creazione dell’effetto tridimensionale e tattile di innovativi e suggestivi oggetti d’arte.
Michela Capra, sempre non convenzionale, cattura l’essenza del mondo che la circonda e da acuta osservatrice della realtà sarda propone opere ispirate chiaramente al mondo pastorale; significativi i materiali impiegati (tessuti, lana, campanacci, pellami, cinghie, etc.) che amalgama e armonizza con sapiente originalità.
Dalle sculture di Antonello Cosseddu, l’energia contenuta nella densità dei volumi, esplode dalle figure e strutture in una dinamica di tensione evocativa di libertà e forza. Nelle sculture lignee dal determinante ed essenziale tratto scarnificato (tecnica Shou Sugi Ban), crea opere sulle cui superfici testura e incide per duratura e longevità di emozioni.
Il distintivo aspetto delle opere di Veronica Cosseddu ha i significanti tratti della donna militante e tutto il repertorio artistico-creativo è una esplorazione della natura multiforme della femminilità alla conquista di rispetto e spazi; dimostra poetica, forza espressiva e conquista per la sua visione di un mondo in armonia ed in equilibrio tra il materiale e lo spirituale.
Per Alessandra Delogu “Nama Ku” esposizione di opere dal grande impegno creativo, dove i silenzi interiori sono rappresentati ed espressi con profondo senso esistenziale, delineati attraverso l’analisi della ragione e dei simbolismi.
Un gesto-messaggio e narrazione sullo spazio pittorico dal valore evocativo e legato alla percezione emozionale.
Battista Doneddu è scultore che privilegia l’essenzialità figurativa e ancestralità con profondo senso esplorativo del primitivismo, inteso come identità delle origini e spiritualità. Emozioni scultoree, immaginifiche e surreali opere che hanno atmosfere ed eco interiore per il fascinoso richiamo al mito e al mistero primordiale dell’uomo.
Redenta Loi esprime la creatività pittorica con la passione di plasmare l’armonia di colori che si connettono con il suo istintivo interiore; un ciclo di emozioni e riflessi in movimento con la stessa entusiasta vitalità e sorriso che l’accompagna nella quotidianità. Un sogno artistico che si concretizza in un’esuberante e vivace cromia e toni di solarità. Un’artista con grande estro e inventiva.
Uno dei dipinti in mostra di Laura Manca, suggestivante affranca all’immediata attenzione, rappresenta una cascata floreale, dai colori vibranti luminosità, che contorna e avvolge meravigliosamente l’autoritratto in una atmosfera onirica da surreale Eden latinoamericano. L’ispirazione delle opere complessive, ci dice, sono immagini estrapolate da sogni fantasiosi e colorati che cerca di concretizzare in colore e bellezza, ereditate da un genitore vivaista.
I volti sardi di Teresa Podda sono incisive rappresentazioni pittoriche dai lineamenti essenziali e caratterizzanti il suo percorso d’arte: studi artistici a Nuoro e attiva frequentazione-collaborazione ad Orgosolo dell’originale e sociale muralismo di Francesco Del Casino. Segni unici, distintivi della complessiva arte identitaria e di popolo che l’artista trasmette e interpreta con personalissima originalità, celebrandone il valore della storia e della memoria.
Elisabetta Vannucci risiede in Sardegna da trent’anni e nell’Isola ha sviluppato «un’onda produttiva d’arte, dopo studi all’esterno e iniziale attività da scultrice, con il passaggio evolutivo creativo sui pannelli e stoffe (seta, raso, etc.) abbinate al metallo». Si occupa di designer e “gioca” ad abbellire ambienti e restaurare oggetti di mobilio del passato. Le sue opere in stoffe-metallo interpretano l’evoluzione di costumi e società.
Antonietta Zizi, su una base fruttata o di figure marine, crea un’atmosfera da sogno, onirica e di simbolismi in armonia con la dinamicità narrativa delle opere. Vi galleggiano bolle di lirismo, per emozioni e movimenti senza realtà, dove intuire e sperare fughe e scenari da esplorare. Da leggere e interpretare la natura spirituale dei frutti della terra rappresentati. Nota ceramista e muralista creativa, geniale nel realizzare opere complesse di grandi dimensioni.
Cristoforo Puddu