Si sta per concludere la discussione del del Testo Unico sul riordino degli Enti locali in Commissione “Autonomia” del Consiglio regionale presieduta da Pierluigi Saiu (Lega).
Ad essere auditi oggi sono stati i presidenti di Anci Sardegna, Emiliano Deiana, e il vicepresidente del Consiglio delle Autonomie Locali, Antonio Satta.
«Se l’intendimento è quello di premiare i territori con la creazione di nuove province – ha dichiarato Emiliano Deiana – è necessario che la Regione di spogli di molte competenze. La legge 9 del 2006 aveva definito funzioni e compiti degli enti locali. Quella norma, ancora in vigore anche se inattuata, può essere una buona base di partenza. Occorre definire e chiarire i confini delle competenze di Comuni, Province, Città Metropolitane e Regione. Gli enti territoriali devono sapere cosa fare e, allo stesso tempo, devono avere le necessarie dotazioni finanziarie e di personale per svolgere al meglio le loro funzioni.».
«La definizione dei nuovi assetti territoriali – ha ribadito il presidente di Anci Sardegna – non può prescindere dal coinvolgimento delle comunità in ossequio al dettato dell’art. 43 dello Statuto. Su questo punto riceviamo diverse sollecitazioni dai territori. La consultazione popolare è un passaggio fondamentale se si vuole rafforzare il processo legislativo della riforma».
Per Antonio Satta «è importante però che le comunità vengano coinvolte i comuni devono essere messi nelle condizioni di scegliere a quale provincia o Città metropolitana appartenere. La norma deve prevedere che si possano esprimere democraticamente».
Il suo auspicio è quello del ritorno all’elezione diretta dei rappresentanti degli enti intermedi: «Per far questo bisognerà però modificare la legge Del Rio. Sarà compito del Consiglio regionale indicare una soluzione».
«Condivido la proposta di inserire una norma transitoria in legge che – ha ribadito il presidente di Anci Sardegna Emiliano Deiana – definisca i confini delle nuove circoscrizioni provinciali e conceda un tempo congruo ai comuni per fare la propria scelta.»
Ad essere auditi oggi sono stati i presidenti di Anci Sardegna, Emiliano Deiana, e il vicepresidente del Consiglio delle Autonomie Locali, Antonio Satta.
«Se l’intendimento è quello di premiare i territori con la creazione di nuove province – ha dichiarato Emiliano Deiana – è necessario che la Regione di spogli di molte competenze. La legge 9 del 2006 aveva definito funzioni e compiti degli enti locali. Quella norma, ancora in vigore anche se inattuata, può essere una buona base di partenza. Occorre definire e chiarire i confini delle competenze di Comuni, Province, Città Metropolitane e Regione. Gli enti territoriali devono sapere cosa fare e, allo stesso tempo, devono avere le necessarie dotazioni finanziarie e di personale per svolgere al meglio le loro funzioni.».
«La definizione dei nuovi assetti territoriali – ha ribadito il presidente di Anci Sardegna – non può prescindere dal coinvolgimento delle comunità in ossequio al dettato dell’art. 43 dello Statuto. Su questo punto riceviamo diverse sollecitazioni dai territori. La consultazione popolare è un passaggio fondamentale se si vuole rafforzare il processo legislativo della riforma».
Per Antonio Satta «è importante però che le comunità vengano coinvolte i comuni devono essere messi nelle condizioni di scegliere a quale provincia o Città metropolitana appartenere. La norma deve prevedere che si possano esprimere democraticamente».
Il suo auspicio è quello del ritorno all’elezione diretta dei rappresentanti degli enti intermedi: «Per far questo bisognerà però modificare la legge Del Rio. Sarà compito del Consiglio regionale indicare una soluzione».
«Condivido la proposta di inserire una norma transitoria in legge che – ha ribadito il presidente di Anci Sardegna Emiliano Deiana – definisca i confini delle nuove circoscrizioni provinciali e conceda un tempo congruo ai comuni per fare la propria scelta.»
Antonio Caria