Le Guide Turistiche ARGTS (Associazione di Categoria delle Guide Turistiche della Sardegna) scrivono alla Regione – Assessorato del Turismo – e chiedono un incontro urgente per discutere delle criticità della nuova normativa nazionale. La legge 13 dicembre 2023, n. 190 ha infatti apportato diverse novità, sia per coloro che vorranno avvicinarsi alla professione sia per le guide già abilitate, che dovranno iscriversi al nuovo elenco nazionale. Le guide hanno già avuto un confronto tra loro il 2 febbraio durante un incontro a Cagliari sulla disciplina della professione di Guida, nel quale sono emerse preoccupanti criticità.
«Chiediamo un incontro urgente – ha detto la presidente Argts Michela Mura – per poter esprimere il parere in merito alla legge in oggetto e al Decreto attuativo attualmente sospeso dal Consiglio di Stato, nella speranza che ci siano margini di intervento e correzione. Sono diverse le criticità e i problemi che verranno a crearsi in merito alle guide già abilitate e già specializzate. Infatti le abilitazioni rilasciate dalla RAS, contrariamente alle altre regioni, non riportano le lingue in cui si è stati autorizzati a lavorare né riportano le specializzazioni conseguite in sede di esame e/o con altri corsi. Questo determina un impedimento nell’essere iscritti all’Elenco nazionale come la legge prevede.»
L’incontro servirebbe a chiarire anche la situazione per le aspiranti guide e come verranno valutati corsi di laurea specifici – indirizzo in archeologia, beni culturali o similari – al momento non contemplati come specializzazione tematica nel decreto attuativo. Infine, anche la prestazione occasionale e temporanea per le guide estere quantificata in 60 giorni lavorativi.
«Sessanta giorni rappresentano quasi l’intera stagione per la Sardegna – ha ribadito Michela Mura – mettendo a rischio il lavoro di tanti professionisti che avrebbero indubbiamente più competenze essendo radicati nel territorio. Questi e altri aspetti vorremmo sottoporre all’attenzione della Regione nella convinzione che sia comune interesse non aggravare la situazione lavorativa di tanti professionisti (partite IVA) e aspiranti tali.»