«Vogliamo proporre a tutto il mondo della sinistra, partendo delle esperienze positive delle liste civiche, un nuovo modo di fare politica, aperto ad associazioni e movimenti e capace di esprimere senza ambiguità posizioni coerenti con i nostri valori di riferimento.»
Lo ha annunciato il consigliere regionale dei Progressisti Gianfranco Satta presentando i primi appuntamenti (venerdi a Sassari e lunedì a Cagliari) di un percorso di coinvolgimento ed aggregazione di tutte le fasce di elettorato che guardano con fiducia ed interesse alla sinistra.
Per il capogruppo Francesco Agus l’iniziativa apre scenari nuovi rispetto a solo qualche anno fa, quando la sinistra appariva divisa, perché ora c’è un punto di partenza solido rappresentato dagli 8 consiglieri del gruppo grazie al quale la coalizione è diventata più larga e riconoscibile. In prospettiva, ha aggiunto, questo progetto che parte dal basso può anche superare i confini regionali, riprendendo in qualche modo il modello dell’Emilia Romagna dove si è dimostrata la capacità di andare oltre lo spazio della sinistra classica.
La politica, secondo Maria Laura Orrù, «ha oggi molto bisogno di visioni e modelli differenti nell’area progressista e da questo punto di vista la Sardegna può fare da battistrada trovando sintesi con altre forze espressione di parti della società che si sentono esclude».
«Il nostro obiettivo è raccontare il meglio della nostra esperienza – ha sostenuto Laura Caddeo -, ma soprattutto sviluppare la nostra capacità di ascoltare, perché in giro c’è molta preoccupazione ed i sardi si aspettano non solo una opposizione più vivace ma anche di poter cogliere opportunità nuove di partecipazione attiva.»
Francesca Ghirra, consigliere comunale di Cagliari, si è soffermata sulla necessità che l’area progressista rinnovata sia non solo un simbolo dei valori di sinistra ma un veicolo di proposte sui grandi temi che interessano i cittadini: pari opportunità, lavoro, diritti civili, istruzione, sanità, ambiente.
Il consigliere Massimo Zedda, infine, si è detto convinto che fare più politica nei territori e non soltanto nelle istituzioni sia il modo migliore per facilitare il radicamento di idee nuove.
Non credo che questa Giunta regionale durerà per cinque anni, ha affermato perché sta già iniziando a venir meno la “narrazione” che ha portato il centro destra a vincere le elezioni promettendo tutto a tutti, salvo accorgersi che è impossibile e ripiegare su manovre di corto respiro finalizzate solo ad occupare posti di potere.