Per la prima volta la Sardegna ha eletto un presidente donna: Alessandra Todde. Al termine di un lunghissimo testa a testa con il candidato della coalizione di centrodestra Paolo Truzzu, la candidata della coalizione di centrosinistra denominata “Campo largo” s’è imposta con un margine di poco meno di tremila voti, 331.007 (45,4%) contro 328.241 (45%). Alle loro spalle Renato Soru, candidato della “Coalizione sarda” s’è fermato a 63.069 voti (8,6%), Lucia Chessa (Sardigna R-esiste) a 7.154 voti (1%).
Lo scrutinio delle rimanenti 20 sezioni elettorali sarà completato, come previsto dalle norme vigenti, dagli uffici dei Tribunali dei rispettivi territori.
Il Consiglio regionale verrà formato da 36 eletti della coalizione di centrosinistra, in virtù del premio di maggioranza del 60% e 24 della coalizione di centrodestra, tutti quelli spettanti alla minoranza. Non entrano in Consiglio regionale, infatti, candidati della coalizione che sosteneva Renato Soru, che non ha superato la soglia di sbarramento del 10% e nessun candidato della lista Sardigna R-esiste, lontanissima dalla soglia di sbarramento del 5% prevista per le liste non coalizzate.
Il primo partito è il Partito Democratico con 94.393 voti (13,8%), seguito da Fratelli d’Italia con 93.106 voti (13,6%), Movimento 5 Stelle 2050 con 53.055 voti (7,8%) e e Riformatori Sardi con 48.252 voti (7,1%).