Un riconoscimento che arriva dopo trent’anni di lavoro, e tanti riconoscimenti per la sua professionalità.
Mariano Murru ha ricevuto diversi premi nazionali: Premio Giacomo Tachis come Miglior Enologo Italiano nel 2018, premio Vinoway come Migliore Enologo Italiano 2020, premio Enologo Cult 2021 per Merano Wine festival. Ha collaborato sia come partner che come direttore scientifico a diversi progetti scientifici di livello nazionale, Vinex e Con.Vi.Sar ed europeo come Best Made Grapese (recupero dei componenti delle vinacce nella cosmesi) e Sulphree. All’attivo diverse pubblicazioni scientifiche su importanti riviste di settore.
La tornata N° 75 dell’Accademia Italiana della vite e del vino
Durante la cerimonia di assegnazione sono stati ammessi sessanta nuovi accademici: docenti ed enologi provenienti da tutte le Regioni d’Italia.
Ha introdotto i lavori della settancinquesima tornata di apertura dell’anno accademico, il presidente dell’Accademia prof. Rosario Di Lorenzo. Nel suo intervento si è detto molto felice dell’ingresso di tanti nuovi accademici, soprattutto della partecipazione delle nuove generazioni, che porteranno sicuramente nuova linfa alle tante attività dell’Accademia: dalla ricerca all’innovazione, dalla formazione alle attività seminariali e congressuali.
Significativo l’intervento del presidente dell’Unione Italiana Vini, Lamberto Frescobaldi, il quale ha illustrato il panorama nazionale ed internazionale del mercato del vino. In particolare, il cambio di paradigma nel gusto dei consumatori: scendono i rossi e salgono i bianchi. Successo straordinario soprattutto per gli spumanti italiani, sia nel mercato interno che internazionale.
Gli accademici sardi
Gli attuali accademici della Sardegna sono: Mario Consorte (enologo), prof. Antonio Farris (UNISS), Vincenzo Biondo (Enologo), prof.ssa Marilena Budroni (UNISS).
L’edizione 2024 ha potenziato la squadra sarda con la promozione di una nuova generazione di professionisti al rango di Accademici: il presidente di Assoenologi Sardegna e direttore tecnico di Argiolas Mariano Murru e il direttore generale di Sella & Mosca Giovanni Pinna.
Un onore far parte di questa Istituzione scientifica, sottolinea Mariano Murru. L’occasione per la Sardegna di far conoscere il patrimonio di conoscenza e ricerca sul territorio regionale in campo viticolo. Entrare in un circuito prestigioso e virtuoso che parte dall’Accademia, con i risultati della ricerca scientifica i quali poi tornano nelle aziende sotto forma di applicazione pratica nella produzione.
Sapere e saper fare: i migliori docenti e luminari del settore si confrontano e collaborano con i migliori imprenditori ed enologi delle aziende italiane.
Far parte dell’Accademia vuol dire collaborare con le grandi famiglie del vino, Frescobaldi, Antinori, Cinelli Colombini, Felliga, Anselmi solo per fare alcuni nomi. Queste famiglie hanno collaborato con i nomi più importanti della ricerca, come il prof. Marescalchi o il prof. Garoglio, attualmente con il prof. Mario Fregoni (titolare della Cattedra di Viticoltura a Piacenza, presidente onorario e membro del Consiglio Scientifico dell’OIV), prof. Luigi Moio (presidente dell’Organizzazione Internazionale del Vino e della Vigna), prof. Vincenzo Gerbi (professore ordinario di Scienza e Tecnologia degli Alimenti presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino); l’ex presidente dell’Accademia Antonio Calò, direttore dell’Istituto sperimentale di viticoltura di Conegliano Veneto, l’attuale presidente Rosario di Lorenzo, Giusi Mainardi direttrice della rivista scientifica OICCE. Paolo Panerai, importante editore (Class editore) e proprietario di importanti aziende vinicole, fondatore dell’associazione Grandi Cru d’Italia, che raggruppa le migliori aziende italiane. Attilio Scienza, tra i massimi esperti internazionali di viticoltura Università Milano. Alessandro Torcoli, direttore della storica rivista di Civiltà del bere.
Tra gli accademici i migliori enologi italiani come Donato Lanati, Riccardo e Renzo Cotarella solo per fare alcuni nomi. Da sottolineare l’importanza degli Accademici corrispondenti esteri, che danno un contributo internazionale alla ricerca.